Recensioni · Robert Crais

Recensione: Caccia all’uomo di Robert Crais

Buongiorno!
Il blog riparte con la recensione di Caccia all’uomo, di un autore che Annarita ama moltissimo.
Sarà stato all’altezza delle sue aspettative?
Scopriamolo.

Caccia all’uomo di Robert Crais

(#Giftedby) Mondadori – 30 giugno 2020
thriller – 336 pag.
10,99 e 19,00 €

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Quando Devon Connor, mamma single, si accorge che il suo tormentato figlio adolescente, Tyson, maneggia troppi soldi, teme che abbia a che fare con il mondo della droga e decide di assumere l’investigatore privato Elvis Cole per scoprire cosa sta succedendo. Ma la verità è tragicamente molto diversa. Con altri due ragazzi, Tyson è responsabile di una serie di furti di alto livello. Una scelta folle che ha un epilogo mortale quando i tre rubano la cosa sbagliata all’uomo sbagliato, il quale, deciso a recuperare ciò che è suo, assolda due killer spietati, i migliori sulla piazza. Uno dei tre ragazzi, Alec, viene ucciso e Tyson e Amber scompaiono.
Cole coinvolge il suo amico Joe Pike nell’indagine, ma la situazione si rivela sempre più complicata e rischiosa. La polizia non vuole che si intromettano, i ragazzi non si trovano, e gli spietati killer stanno lasciando una scia di cadaveri sul loro cammino. Ben presto riusciranno a raggiungere i fuggitivi e a quel punto nulla di ciò che Elvis e Joe faranno cambierà le cose. E potrebbero essere uccisi, tutti quanti.

In Caccia all’uomo, il nuovo capolavoro di suspense di Robert Crais, autore bestseller da sempre in cima alle classifiche, l’investigatore Elvis Cole e il suo partner Joe Pike affrontano uno dei casi più rischiosi di tutta la loro carriera.

Finalmente! È molto tempo che attendo di leggere una nuova avventura di Elvis Cole e Joe Pike in solitaria, certo l’interludio del crossover La promessa – a mio parere geniale – con i personaggi de Il sospetto (Scott e Maggie) ha reso meno delirante l’attesa, ma ciò non toglie che avere tra le mani questo romanzo mi ha elettrizzata.

Perciò, ho iniziato la lettura di Caccia all’uomo con la chiara intenzione di completarlo in pochissime ore e non mi sono smentita, in un certo senso. Il libro si divora, si beve come un bicchiere d’acqua, scorre leggiadro come lo “stile Crais” impone, asciutto, dinamico, d’impatto. La trama non delude, così come la suspense che ti tiene incollato alle pagine perché tu devi sapere come va a finire. Abbiamo delle vittime-non-vittime che devono essere protette; due coppie di investigatori (Harvey e Stemms su un lato della barricata, Elvis e Joe sul lato opposto) sopra le righe che tenteranno i primi di coprire e i secondi di svelare la stessa verità; dei cattivi che agiranno nell’ombra e tanti personaggi secondari che daranno il loro contributo a rendere il plot coinvolgente e ricco di colpi di scena.
Come sempre, i capitoli sono brevi, costellati da diversi punti di vista (tra buoni e non) e da una terza persona brillante e coinvolgente. Solo il POV di Elvis Cole mantiene la prima persona e ne sono felice perché la sua autoironia, a mio avviso, è stato sempre il punto di forza di questa serie action-investigativa.

E adesso so che lo state sentendo, il “ma” o il “però” che sta per arrivare… anche io ne sono rimasta un po’ scioccata e per questa ragione ho deciso di aspettare a scrivere la recensione. Volevo prima interiorizzare la storia, analizzarla meglio, e già tutto questo non mi era mai capitato di doverlo fare con i romanzi di Robert Crais: sempre, al termine della lettura, partivo con la mia opinione di getto, di norma entusiastica.
Stavolta, come dicevo, c’è un insistente “ma” che ha continuato a tormentarmi, che riguarda essenzialmente come lo scrittore ha deciso di presentare i personaggi. Intendiamoci, non sono mai stati descritti psicologicamente in maniera approfondita, ma una delle sue caratteristiche è sempre stata quella di presentare – anche se con poche frasi concise – i loro pensieri e i loro stati d’animo. Mi riferisco ovviamente ai protagonisti Elvis e Joe. In questa storia li ho trovati addirittura bidimensionali! A un certo punto, mi dispiace dirlo, l’ho portato a termine solo per la curiosità di sapere quale sarebbe stato l’epilogo, ma senza particolare emozione nel cuore.
Sono rimasta un po’ amareggiata e dalle recensioni che ho letto un po’ qui e lì, anche se ancora poche, non ho riscontrato questo passaggio a vuoto, quindi presumo (e mi auguro) che si tratti solo di una mia sensazione. Lo spero, perché ho trovato Caccia all’uomo un bellissimo poliziesco, dalla trama intrigante e intricata come mi aspettavo, ma senza quel quid che mi ha fatto innamorare di questo autore: è un po’ come se alla spina dorsale non fossero stati annessi muscoli e pelle.

Ciò nonostante, anche se per la prima volta nella mia carriera di lettrice di Robert Crais non gli do le cinque stelle piene, consiglio comunque questo libro a tutti gli amanti del genere e se ancora non avete letto i suoi precedenti romanzi, recuperateli! Non ve ne pentirete!

Annarita

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Un pensiero riguardo “Recensione: Caccia all’uomo di Robert Crais

  1. Attendevo da molto questo romanzo e sono stata felicissima di recensirlo! Spero tanto piaccia anche ai lettori di The Bibliophile Girl 😉

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