Buondì, cari lettori!
Se siamo in estate, un titolo simile, La promessa di un’estate, non può che incuriosirmi.
Ma mi sarà anche piaciuto?
Scopritelo!
La promessa di un’estate di Marc Levy
(#Giftedby) Rizzoli – 30 giugno 2020
narrativa – 272 pag.
18,00€ e 9,99€
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Il Concerto n. 2 di Rachmaninov mette a dura prova anche i grandi maestri del pianoforte. Lo sa bene Thomas, giovane virtuoso tra i migliori talenti di Francia, che da mesi si prepara per andare in scena alla prestigiosa Salle Pleyel di Parigi. Ma non è per la complessità dello spartito, se la sera del debutto sbaglia le note: è perché lì, tra il pubblico, accomodato sulle ginocchia di una donna ignara, c’è il fantasma di suo padre Raymond. Sovvertendo le leggi del possibile, l’uomo è tornato dall’aldilà per chiedere al figlio di aiutarlo a esaudire un desiderio: ricongiungersi a Camille, con cui in vita ha condiviso un duraturo sentimento platonico, nato molti anni prima su una spiaggia d’estate. C’è solo un modo affinché il sogno si realizzi, un rito inaudito che dovrebbe riunire i due amanti in maniera definitiva. È così che il pianista e il fantasma di suo padre si imbarcano in una rocambolesca avventura oltreoceano, intenzionati a ricucire gli strappi del tempo e a cercare un – seppur tardivo – lieto fine.
La promessa di un’estate è una commedia dolce e surreale che ricorda i migliori film di Frank Capra e Billy Wilder. Una favola moderna attraversata da dialoghi esilaranti, con personaggi che rimangono nel cuore.
Negli ultimi tempi mi ero ripromessa di scoprire nuovi autori. Ho conosciuto Fitzek, Musso, Bussi… Mi mancava Levy, di cui avevo già recuperato qualche titolo, i tre che vedete in foto, ma per una cosa o per l’altra non trovavo il tempo di iniziarne uno. Quando ho visto che sarebbe uscito La promessa di un’estate ho colto la palla al balzo. Mi sono detta “Con i due autori francesi è andata alla grande, in copertina c’è scritto ‘L’autore francese più letto al mondo’, mi piacerà sicuramente”…
Non proprio.
Incuriosita anche dal fatto che il protagonista, Thomas, è un talentuoso pianista francese, e io adoro il pianoforte, mi sono buttata nella lettura con alte aspettative. La storia scorre bene, abbiamo il fantasma del padre, Raymond, che in qualche modo torna dall’aldilà perché ha un paio di cose in sospeso e chiede aiuto a suo figlio Thomas. Dopo aver creduto più volte di star diventando pazzo, alla fine accetta di provare a esaudire le sue ultime volontà.
È scritto con uno stile molto semplice, con delle scene brevi, lunghi dialoghi. Alla fine di ogni capitolo c’è un disegno che riprende qualcosa di ciò che si è appena letto. L’intreccio è anche questo semplice e lineare, non ci sono salti nel tempo o cose simili. Ecco, queste due cose mi hanno un po’ deluso perché da Levy, per come se ne parla, mi aspettavo un po’ di più.
Il punto focale del libro, a mio parere, relativo al rapporto padre e figlio cresce piano piano andando a migliorare, tuttavia mi è sembrato poco approfondito, come un po’ tutto il resto: storia in sé, personaggi. Okay il libro “commedia”, però secondo me poteva essere sviluppato di più. Ma forse non era questo l’intento, appunto, ma solo un libro leggero per l’estate. E questo lo è, un romanzo leggero che scorre bene, facendo divertire con i dialoghi tra Thomas e suo padre e ciò che combinano i due. Non posso nascondere però che, come già detto, mi aspettavo qualcosa in più. Non ho avuto quella sensazione di perdita quando ho girato l’ultima pagina e poi chiuso il libro, ecco.
Come primo incontro con Levy, quindi, non è andata alla grande, ma ho altri tre suoi libri in libreria e prima o poi toccherà anche a loro. Chissà che la conoscenza non migliori!
Valentina