Joël Dicker · Recensioni

Recensione: L’enigma della camera 622 di Joël Dicker

Buongiorno a tutti bibliofili, buon giovedì!
Siamo a un passo dal weekend: quali sono i vostri programmi?
Nel frattempo vi parlo della mia ultima lettura: il nuovo libro di Dicker. Lo attendevo con ansia e aspettative alte e… non mi ha deluso!

L’enigma della camera 622 di Joël Dicker

La nave di Teseo – 11 giugno 2020
Giallo – 640 pag.
9,99€ e 22,00€

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Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l’annuale festa di una importante banca d’affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l’intero mondo finanziario svizzero.
L’inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l’omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.

Wow, wow e wow. Che gran libro.
Può bastare come recensione, seppur molto sintetica, o devo continuare?
Continuo lo stesso, perché questo romanzo merita due parole in più.
Tutto ha inizio in una camera d’albergo, nel lussuoso Palace de Verbier, in un importante weekend carico di neve, tensione, aspettative. C’è un morto sul pavimento della stanza. Chi è? Ma soprattutto, chi lo ha ucciso?

Quando ho saputo dell’uscita di questo libro, non ho perso tempo a leggere la trama o a cercare di saperne di più da estratti o cose simili. Mi bastava la garanzia del nome di Dicker, la copertina meravigliosa e l’enigma che prometteva il titolo. Ho iniziato la lettura senza sapere nulla, se non il mistero della camera 622 appunto. Che sorpresa sono state le prime pagine! Talmente una sorpresa che è bastato un capitolo per rapirmi, e quando poi c’è stato un cambio temporale ero quasi arrabbiata e infastidita perché volevo continuare a seguire Joël. Sì, Joël.

Devo ammettere di aver fatto un po’ fatica a ingranare in seguito, all’incirca nella prima parte della prima parte del libro (scusate il gioco di parole!), ma più che altro penso fosse un problema mio: l’ho iniziato e letto in giorni davvero complicati. Ma su questa cosa torniamo più tardi. Fatto sta che dopo la prima parte della prima parte del romanzo (e daje!) è stato un divorare una pagina dietro l’altra, con l’espressione sempre più sbigottita!

Cosa si può dire dell’intreccio se non un “wow“?? Da lettrice e aspirante scrittrice non posso che fare i complimenti a Dicker per la forma che ha dato alla storia. Continui salti su varie linee temporali, che nonostante tutto sono riuscita a seguire senza problemi (se non in un piccolo momento in cui mi sono confusa probabilmente per un calo di concentrazione). Se all’inizio ero stata infastidita dall’essere trascinata via dalla storia di Joël, poi è stato il contrario, volevo assolutamente continuare a leggere della vita di Macaire, Anastasia, Lev e tutti gli altri. I personaggi sono parecchi ma nessuno è superfluo, tutti hanno un perché. Soprattutto, ognuno è perfettamente caratterizzato. Non mi pare che ci fosse una particolare descrizione dei personaggi, eppure piano piano ho iniziato a vederli nella mia mente in modo chiarissimo. Hanno tutti ragione fino a prova contraria, tutti dicono il vero fino a prova contraria. E di colpi di scena vi assicuro che ce ne sono davvero tanti, fino a quando tutti i nodi vengono al pettine e piano piano si scopre la verità, i segreti vengono rivelati.

Dicker ancora una volta ci ha regalato un libro che per me è meraviglioso. Come dicevo, l’ho letto in un periodo non poco problematico e ha avuto la forza di rapirmi e trasportarmi tra Ginevra e Verbier, tra segreti e bugie. Chi mi conosce un po’ sa che se non sono serena e tranquilla non riesco a leggere, quindi ho detto tutto.
A fine lettura non ho potuto far altro che sfogliare il libro e pensare che fosse il risultato di un colpo di genio. Unisce un enorme enigma, un grande e bellissimo omaggio a Bernard de Fallois, editore e colui che ha scoperto Dicker, scomparso nel gennaio 2018, e quasi un’autobiografia. Tutto ciò in una lettura che scorre via piacevole, veloce, accattivante e interessante. Mi sembrava di essere davvero tra i corridoi della banca o del Palace, tra le strade di Ginevra o ad ammirare le magnifiche Alpi.
Se proprio devo trovare un difetto, sono i dialoghi tra Joël e Scarlett. Ecco, sarà un parere personale, ma non mi hanno fatto impazzire. Per il resto, un gran bel romanzo. Non vedo l’ora di recuperare gli altri suoi libri e soprattutto spero ci regali altre perle simili!

Valentina

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