Lina Bengtsdotter · Recensioni

Recensione: Annabelle di Lina Bengtsdotter

Buongiorno!
Oggi vi parlo di un thriller del Nord.
Per sapere se mi è piaciuto, però, dovete continuare a leggere!

Annabelle di Lina Bengtsdotter

DeA Planeta – 22 gennaio 2019
thriller – 365 pag. – 9,99 e 17,00€

Puoi acquistarlo in ebook o cartaceo su Amazon

A volte tornare è l’unico modo per chiudere con il passato.
Avere diciassette anni. Rubare il vestito celeste alla mamma per andare a una festa. E poi sparire nel nulla.
Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste di Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quel venerdì notte. Al padre, che invano esce a cercarla per la campagna, e alla madre, consumata dall’angoscia e dal senso di colpa, non resta che affidarsi agli agenti della Polizia criminale che da Stoccolma giungono a prendere in mano le indagini. Per l’agente Charline Lager, però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso tra i più delicati e complessi di sempre. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång – le casette uguali, le acque fredde del lago, l’emporio abbandonato e i segreti che nasconde – non è un posto qualunque, ma il suo posto, quello che si porta scolpito dentro e dal quale fuggire è semplicemente impossibile.

Commento breve e a caldo su Annabelle, un romanzo pubblicato lo scorso anno da DeA Planeta Libri e rimasto per troppo tempo in attesa sulla mia scrivania. Era uno di quei thriller che mi aveva colpito subito per la trama e la copertina, ma che si è rivelato deludente.
Parto col dire che l’ho iniziato due volte: durante la prima non mi stava prendendo granché e difatti quando mi è arrivato un altro libro l’ho abbandonato per cominciare l’altro; la seconda volta è stata quella buona perché ho portato a termine la lettura, ma che fatica, almeno per le prime duecento pagine.

La vicenda non è nuova né sorprendente: una diciassettenne esce di casa, va a una festa e non fa più ritorno. Quindi cosa è successo? Un incidente? Qualcuno l’ha rapita, le ha fatto del male?
Due agenti della polizia di Stoccolma sono inviati a Gullspång, tuttavia una dei due, Charlie Lager, ci va con riluttanza. Con la caratterizzazione di Charlie abbiamo di nuovo un cliché: poliziotta con un passato tormentato alle spalle che non riesce a risolvere, e bevitrice. La caratterizzazione delle altre figure, invece, l’ho trovata un po’ povera, escludendo Annabelle stessa e pochi altri personaggi, quali Alice e Rosa.

Il libro viene strutturato con tre piani temporali e altrettanti punti di vista: quello in terza persona che segue Charlie; il POV di Annabelle; e infine “In un altro tempo” conosciamo Alice e Rosa.
Se con il POV di Annabelle scopriamo piano piano cosa le è successo in quella fatidica giornata, per capire chi siano in realtà Alice e Rosa dobbiamo aspettare quasi la fine del libro – e quindi in tutti i loro capitoli ci si chiede “Ma chi sono, cosa c’entrano?” – e giunta a questo punto ho storto il naso. Al di là di cosa succede nel passato, che ovviamente non rivelo nel caso decidiate di leggere questo libro, era necessario questo collegamento? Mi dà l’idea di un plus forzato, per non parlare dei nomi diversi. Forzato e strano.

Per tirare le somme di questa lettura, non mi è piaciuta granché. Come dicevo, le prime duecento pagine erano piatte, piatte, piatte. Superato questo scoglio, è un po’ migliorato, con qualche sorpresa qua e là, ma comunque né prima né dopo ho avuto modo di provare l’intrigo, l’eccitazione, la suspense, l’ansia di un thriller come piace a me. La parte investigativa lascia un po’ a desiderare. Sono sempre stata abituata a leggere che le prime ore dopo una scomparsa sono decisive per un caso, e qui i rinforzi arrivano addirittura giorni e giorni dopo. Oltre a ciò, ci si limita a interrogatori e poco altro. Troppo incentrato su Charlie, i suoi problemi nel passato e nel presente. Quindi… no. Ci sono altri thriller, anche Made in Italy, migliori di questo, secondo me.

Questo è il mio parere, ragazzi. Voi l’avete letto, o vi ispira al punto di leggerlo? Lasciatemi i vostri commenti a riguardo qua sotto, sono curiosa!
Un bacio!

Valentina

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