Helen Cullen · Recensioni

Recensione: Le lettere smarrite di William Woolf di Helen Cullen

Buongiorno, bibliofili!
Tutto bene?
Oggi Giorgia ci parla di un libro edito Nord… incuriosiva tanto anche me.
Volete saperne di più…?

Le lettere smarrite di William Woolf di Helen Cullen

Nord – 2 maggio 2019
narrativa – 384 pag. – 9,99 e 18,00€

C’è un ufficio, a Londra, in cui viene raccolta la posta impossibile da recapitare: buste da cui la pioggia ha cancellato l’indirizzo, o i cui destinatari non sono più rintracciabili; letterine a Babbo Natale o alla fatina dei denti. Se sono state regolarmente affrancate, hanno diritto a un’ultima occasione. Ogni giorno, i detective postali aprono le lettere smarrite, per scovare indizi che li possano aiutare a consegnarle. William Woolf svolge questo lavoro con passione da oltre dieci anni, sebbene sua moglie preferirebbe che si cercasse un impiego «vero». Anzi, negli ultimi tempi, William ha l’impressione che Clare preferirebbe avere accanto un uomo diverso, uno più intraprendente e ambizioso. Dal canto suo, William non può fare a meno di notare quanto Clare sia cambiata, dai tempi in cui si erano conosciuti all’università, uniti dalla comune passione per i libri. Non è più la ragazza timida e sensibile di cui si era innamorato. Ai suoi occhi, è diventata una fredda donna in carriera, sempre impegnata, distante. Ed è forse colpa della frattura che si è creata tra loro se William si lascia attrarre da una busta blu notte, pescata per caso dal sacco grigio della posta, su cui spiccano quattro parole: Al mio grande amore. All’interno c’è una lettera di una donna che si firma Winter, una donna in attesa di essere trovata dalla sua anima gemella. Le parole di Winter arrivano dritte al cuore di William, lo commuovono. Col passare dei giorni, si rende conto di aspettare con impazienza l’arrivo di altre buste blu notte. E viene accontentato. Possibile che fosse destinato a riceverle? Possibile che sia proprio lui il grande amore di Winter? Per scoprirlo, William deve raccogliere gli indizi disseminati nelle lettere e trovare Winter. Deve guardarla negli occhi, per capire se è solo l’illusione di un cuore deluso o la sua occasione di essere davvero felice. E se invece fosse proprio William a essersi smarrito? E se la felicità fosse molto più vicina di quanto lui non crede?

Partiamo dal presupposto che io ho una passione inspiegabile per le lettere: mi intrigano tantissimo. Quindi, quando ho visto Le lettere smarrite di William Woolf, con una copertina incantevole,  le lettere che dalla trama sembravano essere proprio le protagoniste del romanzo, non ci ho pensato due volte, dovevo leggerlo a tutti i costi.

Ma purtroppo le mie aspettative sono state ampiamente deluse: quelle lettere che sarebbero dovute essere le protagoniste per eccellenza hanno in realtà un ruolo marginale. Solo all’inizio del romanzo siamo testimoni della riconsegna di alcune lettere perdute ai destinatari, perché poi tutta la storia si concentra su William, Clare e il loro matrimonio, ormai arrivato agli sgoccioli, da recuperare. Così tra insicurezze, tradimenti, bugie si trasforma in una specie di “romance”. E questo non sarebbe stato un problema, perché i romance non mi dispiacciono, se non fosse che non aveva niente a che vedere con quei romance che piacciono a me, leggeri, la cui storia ti coinvolge completamente.

Lo stile di scrittura, troppo prolisso, troppo descrittivo, ha reso tutto troppo troppo lento, al punto da risultare quasi noioso, per poi concludersi, invece, con un finale molto affrettato. Tutto questo ovviamente rallenta la lettura e il lettore non si sente neanche coinvolto nella storia.
Anche i personaggi non sono stati ben caratterizzati: solo a poco meno della metà del romanzo ho scoperto che William, il protagonista, che io pensavo essere prossimo alla pensione, è in realtà un uomo di mezza età, ma vi assicuro che probabilmente un pensionato è più attivo di lui. Da alcuni suoi comportamenti e da alcune sue scelte perché, ripeto, i personaggi non sono abbastanza descritti, l’ho trovato un uomo di poco spirito, molto banale, un sognatore un po’ infantile, al punto da trovarsi di fronte a un dubbio che l’ha tormentato fino alla fine: combattere per il suo matrimonio o andare alla ricerca di un amore “utopico”, quell’amore a cui una certa Winter spedisce delle lettere senza destinatario, e lui quasi si convince di essere il vero destinatario.

Non si tratta di un libro breve, anzi, sono quasi 400 pagine… che sembrano non finire mai. Devo essere sincera, mi sono sforzata tantissimo per portarlo a termine, perché speravo in un cambiamento, in un colpo di scena, che avrebbe rimesso in riga tutta la storia. E invece questo momento non è mai arrivato, sempre calma piatta.
Non posso dire che non valga la pena di leggerlo perché in primo luogo sarebbe un’esagerazione, e poi perché se a me non è piaciuto non vuol dire che non possa piacere a qualcuno, questa è solo una mia personale opinione, però se volete dargli una possibilità vi consiglio di partire consapevoli di tutto: non aspettatevi un libro “scoppiettante”, con personaggi “intraprendenti” e una storia “da perdere la testa”.
Purtroppo io non mi sento di dare più di 2 stelle su 5!

Giorgia

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