Ciao bibliofili,
oggi vi parlo dell’ultimo libro della Riley, La stanza delle farfalle, che ho letto alcuni mesi fa.
Continuate a leggere se volete saperne di più!
La stanza delle farfalle di Lucinda Riley
Giunti – 12 giugno 2019
narrativa – 608 pag.
10,99 e 17,90 €
Alla soglia dei 70 anni, Posy vive ancora a Admiral House, la casa dove ha trascorso la sua infanzia a caccia di splendide farfalle e dove ha cresciuto i suoi figli, Sam e Nick. Ma di anno in anno la splendida villa di campagna è sempre più fatiscente e ha bisogno di una consistente ristrutturazione che Posy, con il suo impiego part-time nella galleria d’arte, non può proprio permettersi. Forse, per quanto sia doloroso abbandonare un luogo così pieno di ricordi, è arrivato il momento di prendere una difficile decisione.
Coraggiosa e determinata, abituata a cavarsela da sola ma premurosa e sempre presente nella vita dei suoi familiari, Posy si convince a vendere la casa. Ma è proprio allora che il passato torna inaspettatamente a bussare alla sua porta: Freddie, il suo grande amore, l’uomo che avrebbe voluto sposare cinquant’anni prima e che era scomparso senza dare spiegazioni, è tornato e vorrebbe far di nuovo parte della sua vita. Come se ciò non bastasse, Sam, con le sue dubbie capacità imprenditoriali, si mette in testa di rilevare Admiral House e Nick, dopo anni in Australia, torna a vivere in Inghilterra.
Esistono segreti terribili, il cui potere non svanisce nel tempo e solo il vero amore può perdonare. Posy ancora non sa che sono custoditi molto, troppo, vicino a lei.
N.B. Vorrei specificare che questo, più che una recensione vera e propria, è un mio breve pensiero, il primo di una piccola serie. Ho letto il libro mesi fa e poi per una cosa o per l’altra non ho scritto la recensione come ero solita fare. Di conseguenza, scrivo adesso solo un breve pensiero. Spero apprezzerete lo stesso.
Ah, un’altra cosa. Vorrei dire a tutti quei personaggi che hanno lasciato la recensione su Amazon e che si elevano a superesperti del settore: nel libro trovate scritto “a Admiral House” semplicemente perché la D eufonica si evita se dopo la vocale segue D, T. Come in questo caso. Admiral. Vi suonerebbe bene “ad Admiral House”?
Purtroppo è sempre così, chi non sa, è sempre il primo a parlare.
Tornando a noi…
La stanza delle farfalle è, come già detto, l’ultimo libro di Lucinda Riley, che come ormai saprete è una scrittrice che mi piace moltissimo. Tuttavia, ultimamente sto rimanendo un po’ delusa. È successo con il quinto libro de Le sette sorelle, La ragazza della luna, ed è successo anche con questo.
Perché?
Ora ve lo spiego.
La nostra protagonista è Posy, l’ultima della famiglia Montague, che vive in una grande villa che ha visto decisamente giorni migliori (punto 1). Vive sola occupandosi del suo immenso giardino, a cui dedica tutta se stessa da quando i figli sono andati via di casa. Sam e Nick non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Poi abbiamo Amy, Tammy, Evie e sua figlia, e altri personaggi. Sulla caratterizzazione di essi nulla da dire, in questo Lucinda non perde mai colpi.
È la storia in sé che questa volta mi fa storcere il naso.
Già da quando Posy incontra Evie e la figlia in paese (punto 2) si capisce quale sia la storia e l’intreccio. Allo stesso modo, come andrà a finire col figlio Sam (punto 3) è scontato. Si sta ad aspettare solo il momento.
Se non c’è due senza tre e il quattro vien da sé, il comportamento di Nick nei confronti di Tammy, il nascondere una cosa così grande credendo di riuscire a far quadrare tutto è illogico e stupido. La sincerità non dovrebbe essere alla base di ogni rapporto?
Ah, ora che ci penso, ci sarebbe anche un punto 5 abbastanza scontato che riguarda lo scrittore, ed è quello di come andrà a finire la sua vicenda.
Ciò che mi è piaciuto è l’intreccio con Freddy e il segreto che c’è dietro. Questa è l’unica cosa che non si capisce chiaramente fin dall’inizio del libro, anche se, tuttavia, un indizio c’è.
Non so se è stata solo una mia impressione, ma rispetto ad altri suoi libri, questo mi è sembrato quasi tutto fatto di dialoghi. Le parti narrate sono davvero poche. Un po’ più di introspezione, riflessioni, descrizioni non avrebbero fatto male.
Per il resto, il libro scorre e si legge bene, ci sono sempre temi importanti, ma non mi ha preso come hanno fatto altri, rubandomi alla fine il cuore. Mi piacerebbe se Lucinda uscisse un attimo dalla sua “comfort zone” e provasse a ideare ancora altri protagonisti che non siano sempre ereditieri con problemi economici che non sanno dove trovare i soldi per ristrutturare il supercastello in cui vivono. È capacissima di scrivere storie decisamente migliori, basta vedere quanto sia bello La lettera d’amore, con i misteri, i colpi di scena…
Per tutto ciò, potrei dare a La stanza delle farfalle 2.5/5 stelle. Forse il voto più basso che abbia mai dato a un libro di Lucinda. Non è da bocciare totalmente ma non mi ha nemmeno rubato il cuore, e mi dispiace un sacco.
Ora attendo gennaio per La ragazza del sole, e speriamo bene!
Valentina
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