Ciao a tutti, lettori!
Oggi parliamo di un young adult, La teoria imperfetta dell’amore, edito DeA.
Buona lettura!
La teoria imperfetta dell’amore di Julie Buxbaum
DeA – 4 settembre 2018
383 pag. – young adult
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E se amore e amicizia fossero due risultati diversi della stessa equazione?
A volte basta cambiare prospettiva per dare senso al mondo. Da quando suo padre è morto in un incidente d’auto, Kit non è più la stessa. Non ha più voglia di ridere, scherzare o confidarsi con le amiche di sempre. L’unica cosa che desidera è chiudere fuori il mondo intero e voltare pagina. Per questo decide di lasciare il tavolo affollato a cui si siede ogni giorno in mensa e prendere posto a quello di David. David, che gira per i corridoi della scuola con le cuffie nelle orecchie e non parla con nessuno. David, che è un genio della fisica ma quando si agita trema come una foglia. I due non potrebbero essere più diversi, ma lentamente quei pranzi in solitudine diventano un appuntamento fisso, atteso, e tra sguardi e parole sussurrate, Kit e David imparano a essere amici. Forse qualcosa di più. Fino a quando David decide di aiutare Kit a ricostruire che cosa è successo il giorno in cui suo padre è morto. Perché David non sopporta le questioni irrisolte, non sopporta le equazioni lasciate a metà. E farebbe di tutto per ricomporre i pezzi del cuore infranto di Kit. Ma il sentimento che li lega sarà abbastanza forte per resistere alla verità?
Dall’autrice bestseller di Dimmi tre segreti, un romanzo che esplora la complessità della vita e della morte con una penna leggera e commovente.
Kit (Katherine) e David sono compagni di liceo. Entrambi con una vita particolare, si conoscono quando Kit, per la prima volta, si siede al tavolo del ragazzo. Questo perché Kit è in lutto, in un momento di vita stravolta dalla perdita del padre, e non riesce a far finta di niente e sedersi con le sue amiche al loro tavolo come al solito. Con questo gesto, inizia la storia.
La teoria imperfetta dell’amore è un romanzo forte, deciso, dolce, simpatico, emotivo, diverso. Porta il lettore a riflettere senza che nemmeno se ne accorga.
Cosa vuol dire diverso? È così che si sente David ed è così che lo ritengono gli altri, perché soffre della Sindrome di Asperger. È autistico. Ma essere autistici vuol dire essere stupidi, inferiori, meno degli altri? Assolutamente no.
Julie Buxbaum ha ideato benissimo i personaggi. La storia di Kit è la perdita del padre e si svelerà man mano, pagina dopo pagina. Con lei si parla di dolore, di lutto e della sua elaborazione, di senso di colpa.
David, anche lui un personaggio perfettamente caratterizzato e che ci racconta altrettanto bene com’è generalmente la vita di un ragazzo autistico. Ci parla della difficoltà nelle relazioni, dei fastidi, del bullismo, ma anche dell’intelligenza, della schiettezza di David. È impossibile non adorarlo.
“C’è una famosa citazione che dice che se hai incontrato una persona con autismo… hai incontrato UNA persona con autismo.”
La narrazione al presente prima persona e l’alternanza dei punti di vista di Kit e David ci aiuta ulteriormente a entrare nella storia. Finisce che siamo anche noi in classe, in mensa, al bar e per le strade con i due nuovi amici. Mi è piaciuta molto l’evoluzione del loro rapporto. A differenza dei classici YA, qui c’è uno svolgimento dolce, calmo. Dal titolo del libro si può pensare che il fulcro sia una storia d’amore, e ammetto che lo pensavo anche io, ma in verità credo che il fulcro siano le tematiche, dal lutto al bullismo, dall’autismo all’amore. Per questo dicevo che è diverso dai YA che ho letto fin’ora.
Lo stile è perfetto per raccontare di due adolescenti. Semplice, diretto, simpatico, più scientifico David, riflessivi entrambi. Mai volgari. La lettura è scorrevole.
Ho aspettato molto a scriverne la recensione (l’ho letto a settembre). Effettivamente, se lo avessi recensito “a caldo”, forse non lo avrei del tutto promosso perché non mi sarei soffermata a pensare più profondamente alle tematiche e a ciò che vogliono dire e trasmettere.
Consiglio il libro non solo ai ragazzi, ma anche a un pubblico più maturo. Non è mai troppo tardi per comprendere ciò che non conosciamo e reputiamo diverso, in modo da capire appunto, conoscere e andare oltre le apparenze, e perché no, insegnare ciò ai propri figli.
Un bel libro, una bella lettura.
Valentina