Buongiorno!
Nuova recensione: oggi parliamo di Cecità.
Lo avete mai letto? Vi lascio il mio parere, fatemi sapere anche i vostri!
A presto!
Cecità di José Saramago
Feltrinelli – 20 febbraio 2013 – narrativa
Pag. 288 – 9,50€ e 6,99€
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In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione perde la vista per un’inspiegabile epidemia. Chi viene colpito dal male è come avvolto in una nube lattiginosa. Le reazioni psicologiche sono devastanti, l’esplosione di terrore e di gratuita violenza inarrestabile, gli effetti della patologia sulla convivenza sociale drammatici. La cecità cancella ogni pietà e fa precipitare nella barbarie, scatenando un brutale istinto di sopravvivenza. Nella forma di un racconto fantastico, Saramago disegna con maestria, essenzialità e nettezza la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose razionalmente, artefice di abbrutimento, crudeltà, degradazione. Ne risulta un avvincente romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, il potere e la sopraffazione, la guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con uno spiraglio di luce e salvezza che non ne annulla il pessimismo di fondo.
Questo romanzo è ambientato in un luogo e in un tempo indefiniti. Improvvisamente scoppia un’epidemia che causa un’inspiegabile cecità, rendendo tutta la popolazione completamente cieca. È però una cecità che invece di essere buia e nera è di color bianco latte. Tutti i ciechi vengono messi man mano in quarantena all’interno di un vecchio manicomio, finché tutta la popolazione non diventerà cieca, eccetto una donna, moglie di un oculista, che per non lasciare il marito si fingerà cieca anche lei. A causa del sovraffollamento e della scarsità del cibo e soprattutto con l’aiuto di lei, i suoi amici di camerata riusciranno a evadere e cercheranno di sopravvivere all’interno di una società ormai allo sbando.
Il suo titolo originale in lingua portoghese era Ensaio sobre a Cegueria, letteralmente Saggio sulla Cecità, pubblicato nel 1995, e ha vinto il premio Nobel per la letteratura.
“Il mondo è pieno di ciechi vivi.”
Nel romanzo, l’autore mette in evidenza come l’umanità perda del tutto la capacità di ragionare e razionalizzare di fronte a situazioni catastrofiche. A sopraffare tutti è l’istinto primordiale di sopravvivenza e di egoismo di fronte alla fame. La cecità di cui ci parla Saramago non è un fenomeno scientifico ma piuttosto uno stato dell’essere, un fenomeno sociale.
È un romanzo crudo, estremo. Un libro molto bello e originale, ha infatti anche uno stile particolare di scrittura, privo di nomi di persona e privo di punteggiatura o virgolettatura che identifichi i dialoghi. Sembra essere un continuo fluire di pensieri e parole.
Le parole che mi vengono in mente dopo aver letto questo libro sono potere, egoismo, sopraffazione, violenza e indifferenza.
Questo romanzo mi ha rapita fin dal primo capitolo. Davvero molto bello anche se emotivamente forte.
Eleonora
L’ho letto due volte , uno dei miei romanzi preferiti. Molto crudo, ma apre gli occhi su come sia fragile la linea che divide la civiltà dal caos: basta un attimo e si torna all’età della pietra