Buongiorno a tutti!
Pronti per le novità della Casa Editrice La nave di Teseo??
Buona lettura!
L’isola degli idealisti di
5 luglio 2018
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Sull’isola della Ginestra, un piccolo scoglio verde al centro di un lago, la villa della famiglia Reffi è il rifugio sicuro per il vecchio Antonio, medico otorino dall’ironia affilata, e i suoi due figli. Carla, la maggiore, si dedica alla scrittura tra le frecciatine del genitore. Celestino, il fratello minore, è diventato medico per esaudire le preghiere del padre ma preferisce rivolgere il suo intuito alla matematica. Con i cugini spiantati Vittorio e Jole e le due domestiche, gli abitanti del Ginestrin sono al completo. La vita sull’isola scorre tranquilla fino a quando sulle sue rive non approdano due ladri d’albergo in fuga dalla polizia: Guido, giocatore d’azzardo con la passione per la pittura e Beatrice, bella, sfacciata e fatale. L’arrivo dei due latitanti e le loro rivelazioni incrinano il mondo perfetto dei Reffi, che si ritrovano l’uno contro l’altro di fronte a un dubbio morale: denunciare i due ospiti o dare loro una possibilità di riscatto? È l’inizio di un vortice di tensione che sconvolge la quiete dell’isola e gli animi dei suoi abitanti, che tra amori impossibili, fughe, bugie e invidie dovranno fare i conti con la loro più vera natura. Un libro perduto durante la Seconda guerra mondiale e ritrovato nell’archivio di famiglia, un romanzo inedito nello stile del migliore Scerbanenco: tagliente, ironico, sensuale. Il ritorno del maestro del noir all’italiana.
Il razzismo spiegato a mia figlia di
5 luglio 2018
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“Un bambino è curioso. Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti.Non bariamo con le domande di un bambino. Mentre mi accompagnava a una protestacontro un disegno di legge sull’immigrazione, mia figlia mi ha chiesto del razzismo.Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo. Questo libro, che cerca di rispondere alle domande di mia figlia, è per i bambini che non hanno ancora pregiudizi e vogliono capire meglio la realtà. Per quanto riguarda gli adulti che lo leggeranno, spero che li aiuti a rispondere alle domande, più imbarazzanti di quanto pensano, dei propri figli.”
Tahar Ben Jelloun
Fratello di
5 luglio 2018
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Due gemelli, due poeti osannati tra le voci più limpide della nuova generazione americana e un’unica, potente, raccolta. Le loro poetiche e i loro riferimenti sono molto diversi: se Matthew scrive con l’incandescenza di Allen Ginsberg e Jack Kerouac, Michael possiede una grazia simile a William Carlos Williams ed Emily Dickinson. A unirli in questo volume sono i versi, risoluti e nitidi, che ciascuno ha deciso di scrivere per la morte del loro fratello maggiore, tragicamente scomparso. La coesistenza della loro scrittura, così diversa eppure così prossima, sprigiona una poesia struggente ed emotiva che indaga l’amore e il dolore di una famiglia, rivendicando con caparbietà l’urgenza della vita e la sua forza espressiva.
Il fabbricante di storie. Vita di Giorgio Scerbanenco di
5 luglio 2018
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“Narratore, autentico e instancabile, della razza di un Georges Simenon”, come lo definì fulmineo Oreste del Buono, Giorgio Scerbanenco veniva da lontano, da quella Russia zarista che lasciò ancora in fasce e che lo accompagnerà per sempre nel suono di un cognome diventato il marchio del maestro indiscusso del noir italiano. La vita di Scerbanenco, ricostruita in questo libro per la prima volta dalla figlia Cecilia attingendo a un’ampia mole di documenti dall’archivio di famiglia, ha il ritmo della sua scrittura: instancabile, multiforme, tagliente nell’indagare le sottigliezze dell’animo umano, illuminata dall’ironia. Una scrittura al servizio dei lettori dapprima nelle redazioni dei giornali e dei periodici con cui collabora dagli anni ’30, segnalato da Cesare Zavattini che aveva intuito il talento di quel giovane che batteva sui tasti della macchina da scrivere. Negli anni ’60 arriva finalmente il successo in libreria con la serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti, che gli valgono la consacrazione internazionale: dopo una vita nell’ombra, spesso scrivendo sotto pseudonimo, la stella di Scerbanenco poteva finalmente brillare. L’autore di Venere privata e Milano calibro 9 rivive in queste pagine nelle sue molteplici scritture, dal rosa al giallo, dalla radio al cinema, e in un’inedita dimensione privata, piena di sorprese e inquietudini come la trama di uno dei suoi romanzi.
Nel ventre della balena di
12 luglio 2018
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E se Geppetto e Pinocchio non si fossero incontrati nel ventre della balena? Edward Carey, narratore dall’estro geniale e dalla sensibilità fiabesca, reinterpreta in questo romanzo – pubblicato in Italia in anteprima mondiale – una delle storie più amate della letteratura internazionale: dopo aver tentato senza fortuna di salvare suo figlio in mare, Geppetto rimane intrappolato da solo nella pancia del gigantesco animale. Qui, costretto al buio e ai difficili umori della sua nuova casa, si trova a riflettere sulla sua condizione di uomo, di padre, di figlio, di naufrago. La solitudine ben presto mette in moto la straordinaria immaginazione del protagonista: nel ventre della balena Geppetto scopre un mondo diverso, piano piano racconta la sua storia e quella dei suoi affetti, inventa nuove vite, partendo dai piccoli oggetti trovati nel relitto di una barca inghiottita dal mostro marino chissà quanto tempo prima. Separato dal suo bimbo-burattino per un’insolita ironia del loro destino narrativo, Geppetto si immergerà tra i ricordi, trascinando il lettore nel suo navigare come un amico allegro e commovente, sorprendente eppure sempre così familiare.
Diario di un’eternità. Io e Theo Angelopoulos di
12 luglio 2018
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“ Una domanda vecchia e persistente. Come nasce un’idea? E l’idea di un film? Lui direbbe che la sua idea è nata quando stava guardando un albero, e avrebbe detto una verità e una bugia. Perché durante una passeggiata ha smesso di guardare l’albero, senza una causa specifica e nulla sembrava fare nulla.
Né la forma dell’albero, né il colore, né la vecchia ferita sul tronco hanno portato a un’idea.”
(dalla prefazione di Theodoros Angelopoulos)
Petros Markaris racconta il suo rapporto con il regista Theo Angelopoulos, con cui ha scritto alcuni dei più grandi capolavori del cinema del Novecento, tra cui il film L’eternità e un giorno, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes. In queste pagine, cariche di ricordi ma non per questo amare, emerge con forza e dolcezza la storia di due grandi interpreti del nostro tempo, attraverso libri, film, dialoghi, passeggiate. Un racconto autentico e sincero, un memoir di rara finezza, tra cinema e letteratura, con un prologo di Theo Angelopoulos e una postfazione dell’autore scritta per l’edizione italiana.
Con le immagini inedite dal set di L’eternità e un giorno.
Valentina