Alessia Racci Chini · Recensioni

Recensione: L’ottava confraternita di Alessia Racci Chini

Buongiorno a tutti!
Oggi parliamo de L’ottava confraternita di Alessia Racci Chini, edito Fanucci.
Vi auguro buona lettura!

L’ottava confraternita di Alessia Racci Chini

Fanucci Editore – Fantasy – 416 pag.

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In un paesino delle Alpi italiane, sul confine italo-franco-svizzero, sorge ciò che rimane del Grand Hotel Bluemillion. Abbandonato da più di trent’anni, l’imponente rudere del lussuoso hotel è adesso infestato dalle anime di coloro che nelle sue sale hanno trascorso i momenti più felici della propria esistenza terrena. Da troppo tempo, le giornate dei fantasmi del Bluemillion scorrono tutte uguali, polverose e monotone, finché la Scuola Anti Mistero non decide di stabilire proprio lì la sua sede. Con l’arrivo dei professori e degli alunni della S.A.M., gli ambienti del Grand Hotel ritornano agli antichi splendori, eppure i fantasmi non sono per niente felici del cambiamento e dichiarano guerra ai nuovi arrivati. Ma quando il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti cade, e i due mondi riescono finalmente a incontrarsi, le cose prendono una piega inaspettata. La curiosità spinge fantasmi e giovani medium a oltrepassare barriere e timori, dando il via a piccole rivoluzioni. Un gruppo di studenti in particolare, l’Ottava confraternita, sfiderà le regole consolidate della scuola, costringendo gli stessi professori a mettere in dubbio false certezze e a fare i conti con inconfessabili paure…

Non so bene cosa mi abbia spinto ad avvicinarmi a L’ottava confraternita; forse la copertina o più semplicemente una sensazione. Fatto sta che quando ho letto la trama sono subito corsa alla cassa per portarmi a casa questa storia.

Ci troviamo al confine italo-franco-svizzero, in una cittadina delle Alpi Italiane. Qui, arroccato sul fianco di una montagna, sorge quello che un tempo era noto come il Grand Hotel Blumillion. Da fuori potrebbe sembrare completamente abbandonato, ma in realtà all’interno vivono il direttore Mascart, la cameriera Dinette, Laurence l’avitatore, Virgo Mavros, la duchessa De Phantome, Madame Bo e la signorina Loopidoo.

Chi sono questi personaggi? I fantasmi di coloro che un tempo avevano tanto amato il Grand Hotel.

Questa è stata la prima cosa che mi ha colpito. Nei primi capitoli della storia, per quanto un po’ malinconica, si respira un’atmosfera leggera, che raramente viene ricollegata a una storia di fantasmi. Se devo essere sincera, il personaggio che più ha attirato la mia attenzione è stato sicuramente quello di Virgo Mavros: un uomo col bastone avvolto da una misteriosa oscurità che l’autrice regala al lettore un poco per volta.

La vita monotona e annoiata dei fantasmi cambia improvvisamente quando le rovine del Grand Hotel vengono acquistate dalla S.A.M, la Scuola Anti Mistero, che decide di stabilire lì la sua nuova sede. A questo punto non sono davvero più riuscita a staccarmi dal libro: non ho potuto fare a meno di tornare indietro nel tempo e pensare a Hogwarts e, in alcuni tratti, mi sono sentita come a casa. Ma, per fortuna, la S.A.M., anche se con alcune affinità, è completamente diversa dalla scuola di magia che tutti conosciamo; ha una sua identità forte, con caratteristiche ben definite e uniche. L’autrice racconta con estrema cura e dovizia ogni dettaglio, sfumatura e particolarità non solo della scuola come edificio, ma anche della scuola come istituzione e guida per questi ragazzi dalle doti straordinarie che la frequentano.

Quando la storia sembra aver trovato la strada da percorrere, tutto cambia e si fa improvvisamente oscuro e, in alcuni tratti, anche un po’ da brivido. Infatti, i fantasmi non hanno nessuna intenzione di cedere il loro Hotel agli studenti e ai professori della S.A.M. Studiano, così, un piano per riprendersi quello che, secondo loro, gli appartiene di diritto.

Ma, ancora una volta, tutto prende una piega inaspettata. E quando il confine tra regno dei morti e quello dei vivi cade ci ritroviamo ad assistere a qualcosa che non avremmo potuto immaginare.

Fin da subito vengono trattati temi importanti che, lo ammetto, mi hanno toccata profondamente. Il confronto con il diverso, affrontare le proprie paure, superare i propri limiti, la voglia di far parte di qualcosa di grande… ecco cosa trasmette l’autrice con la sua storia.
Con uno stile scorrevole, una narrazione fluida e la scelta di raccontare gli avvenimenti dal punto di vista dei diversi personaggi, l’autrice fornisce al lettore una panoramica a 360° di tutto quello che accade. In questo modo lascia libero chi legge di scegliere da che parte stare. Ogni singolo personaggio è caratterizzato alla perfezione e in profondità, riservando sempre qualche sorpresa.
Ho apprezzato davvero tanto questa storia e sono molto curiosa di leggere il seguito.

Greta

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