Presentazioni

Anteprima: Ritorno da Tiffany di Francesca Baldacci – In esclusiva il primo capitolo

Buongiorno, lettori!
Oggi parliamo in anteprima del sequel di Vacanze da Tiffany di Francesca Baldacci, edito Sperling&Kupfer, ovvero Ritorno da Tiffany!

In esclusiva per i lettori di The Bibliophile Girl, il primo capitolo del libro!

Buona lettura!

Ritorno da Tiffany di Francesca Baldacci
Self publishing – ebook 1,99 €, cartaceo 10,99 €

In uscita il 23 maggio 2018

Angy è tornata.
Ha passato un lungo anno pieno d’amore tra le braccia di Renato, con cui ha vissuto una storia intensa, sia pure a distanza, e a breve si troveranno a lavorare ancora insieme, all’hotel Tiffany. Angy però, con il caratterino che si ritrova, non è disposta a scendere a compromessi nel lavoro, neppure se c’è di mezzo il sentimento. Quanto a Renato, non è da meno. Sta arrivando di nuovo l’estate, dunque: zia Camilla e zia Gisella sono felici di riaccogliere la nipote all’hotel dei sogni, dov’è “guarita” e dove ha ritrovato se stessa. Ma cos’attende Angy di ritorno al “Tiffany”? E che cosa accadrà se, a sorpresa, Giulio Rossini, alias il misterioso, affascinante Julius, dovesse riaffacciarsi, in albergo e nella sua vita di donna, con il preciso proposito di ritornare sui suoi passi? E Renato che cosa farà? Saprà rassegnarsi, o si batterà per la donna che ama?
Sullo sfondo, di nuovo la magia della Riviera delle Palme, le zie e le loro storie, la nostalgia per i mitici anni Sessanta, la musica, i film, e soprattutto Colazione da Tiffany.
Se avete amato Vacanze da Tiffany, l’unico romanzo-omaggio al film-culto Colazione da Tiffany, non potete perderne il sequel. Parola di Angy!

L’autrice

Francesca Baldacci, scrittrice e giornalista, con una maturità classica e una laurea in Lingue in tasca, pubblica dal 1979, ha esperienze editoriali in svariati campi: è stata cronista di calcio, ha collaborato con varie testate di riviste per ragazzi (dal “Giornale di Barbie” a “Topolino” e altre riviste Disney). Per la Miremi Editore nel 2012 ha scritto a quattro mani con Gabriele Lorenzi, tastierista della mitica Formula 3, (il gruppo di Lucio Battisti), la biografia di questi, dal titolo “La macchina del tempo”. Con la Sperling & Kupfer nel 2014 ha pubblicato “Vacanze da Tiffany”, tradotto anche in Olanda. Ma non ha mai smesso di scrivere romanzi e racconti per le riviste. On line si possono trovare anche diverse sue opere autopubblicate perché, dice, le danno un gran senso di libertà.

In esclusiva per i lettori di The Bibliophile Girl, il primo capitolo!

1
Laurea, pizza e… conigli spaventati

L’applauso è scrosciante e sorrido, soddisfatta, mentre stringo la mano del presidente di commissione, del relatore, gli altri membri.
Sono emozionata, ma non troppo. Qualche foto di rito, i sorrisi, i flash dei fotografi, Renato che mi stringe forte-forte.
La mamma mi schiocca un bacione sulla guancia, papà idem, Caterina ride e mi abbraccia anche lei.
Poi c’è Laura, naturalmente: si è laureata due mesi fa. Noi siamo sempre a braccetto, d’altra parte! Ma era giusto che toccasse prima a lei: non ha avuto, di mezzo, lo stesso mio bailamme.
Papà e mamma volevano organizzare per me una bella festa di laurea, ma ho deciso che non la faremo. Siamo a ridosso dell’apertura del Tiffany. E semmai ne faremo una proprio in hotel: con le zie, con Renato, il personale, magari anche qualche cliente.
Verranno anche i miei, si capisce. E Caterina. Insomma, una bella festa di famiglia e non.
È giusto organizzarla al Tiffany: in fondo proprio da qui è partita la mia rinascita lo scorso anno.
Sono felice, e ho voglia, per il momento, di festeggiare solo con Renato e basta.
Le zie mi chiamano sul cellulare e mi fanno i complimenti.
«Che peccato, cara, non essere lì con te!», esclama Camilla con una punta di rammarico nella voce. «Ma dovevamo essere qui per gli ultimi ritocchi prima della riapertura dell’albergo. Con il pensiero, però, ti siamo vicine. Adesso che sei laureata, dovremo darti una promozione sul posto».
«E dai, zia! Non esageriamo. Non ho meriti, in questo, con l’hotel».
«Te li guadagnerai sul campo, allora!», interviene Gisella, tutta contenta. «Dì, c’è Renato lì con te?».
«Sì, naturalmente».
«Ecco, digli che ti tratti bene: ci contiamo, eh?».
Il tono è scherzoso più che mai, lo sente anche Renato.
Poco dopo chiudo la comunicazione.
«Ce ne scappiamo da qualche parte?», gli chiedo.
Lui sembra adombrarsi: «Scappare? E dove?».
«A mangiare qualcosa. Io ho fame».
«Pizza o ristorante di lusso?».
«Ristorante di lusso? Sei impazzito? No, no. Pizza».
Renato è il solito. Va bene che le zie gli hanno raccomandato di trattarmi bene, ma deve capire che io amo le cose semplici. E la pizza è pur sempre il mio piatto preferito…
Mi voglio gustare la serata in pace. È stata una laurea fortemente voluta e sofferta al massimo: ci tengo, dunque, a festeggiarla a tu per tu con il mio amore.
Renato però mi pare un po’ strano, questa sera. Ha la luna di traverso e mi fa venire in mente lo scorbutico elemento che ho conosciuto al Tiffany, l’anno scorso, quando mi guardava storto perché ero la novellina, venuta a rompergli le uova nel paniere.
Atteggiamento che peraltro ha poi spiegato in seguito dicendomi che, in fondo, lo avevo colpito troppo.
Adesso, però, non capisco che cos’abbia in mente: e addentrarmi nei meandri della sua mente complicatissima mi sembra un’impresa più ardua che mai.
Incomincia a spararne una delle sue quando arrivano le pizze: la mia classica margherita e la sua napoletana.
«Suppongo che quest’anno le zie ti affideranno un ruolo di maggior prestigio in albergo», comincia.
E il tono non è incoraggiante. Oddio, ci risiamo. Dove vorrà andare a parare?
«Ah, proprio non saprei. Non mi hanno detto un bel niente. Che c’è, hai paura che ti porti via il posto?», scherzo.
Invece la sua faccia non promette niente di buono. Non ha affatto l’aria di voler scherzare. È serissimo e… gli manca il cappellaccio, il sigaro eccetera, come ai vecchi tempi, stile Clint Eastwood.
Siamo in fase critica. Temo che esploda da un momento all’altro.
«Molto spiritosa. Si dà il caso che siamo fidanzati. E che non sarebbe carino se prendessi ordini da te», borbotta.
«Perché sono io una donna e tu un uomo? Razza di maschilista», ribatto.
Lui avrà un caratteraccio, ma io ho un caratterino. E pungo. Ma cosa vuole?
«Che cacchio c’entra questo? Sarebbe imbarazzante anche il contrario. Logico.»
Invece mi sa tanto che il motivo sta proprio qua. Non sopporta che le zie possano affidarmi un ruolo diverso, più importante.
Renato mi lancia un’occhiataccia, come se leggesse nei miei pensieri. Non ha un’espressione carezzevole, anzi. Ha una faccia da schiaffi che fa paura.
«Invece io penso proprio che c’entri il tuo orgoglio maschile in discussione.»
«Mi hai preso per uno stupido? Comunque spero che le zie si rendano conto di quello che fanno. Insomma… anche se sei laureata, adesso, non hai la necessaria esperienza. Rimani pur sempre una novellina.»
Comincia a ribollirmi dentro un gran nervoso.
«Ah, davvero? Ma guarda. E poi?»
«E poi non sei adatta. Distratta com’eri l’anno scorso… sai a quanti tuoi pasticci ho dovuto rimediare?», insiste.
La sfuriata va avanti. Non lo ferma più nessuno: credo che sia perfino convinto di quello che sta dicendo.
Insomma, in conclusione, visto che ho concluso gli studi, non dovrei nemmeno ritornare al Tiffany, a rigor di logica.
Avrei una gran voglia di tirargli in faccia quel che resta della mia pizza margherita. Mi è perfino passata la fame.
Possibile che non capisca? Con il suo atteggiamento assurdo, del tutto fuori luogo, mi sta rovinando la serata.
Dovrebbe essere una delle più belle della mia vita, visto che mi sono appena laureata, e invece…
«Credo che dovresti prendere in considerazione l’idea che hai ancora molto da imparare, prima di diventare un’albergatrice provetta. Ammesso che tu riesca a esserlo davvero, un giorno. Cosa della quale io dubito fortemente», sentenzia.
Quel che è troppo, è troppo.
Adesso non ce la faccio più, a contare sino a dieci. Da un fidanzato innamorato non si devono sopportare certe frasi. Non ha alcun diritto di parlarmi in questo modo.
Così mi alzo, di scatto.
«E adesso cosa fai?», ringhia.
«Tu cosa dici?».
Prendo davvero la mia metà pizza che non mi va più di mangiare e gliela spiaccico in faccia. Ma siccome sono furiosa e questo non mi basta, afferro il suo boccale di birra, pieno a metà anche quello, e glielo rovescio in testa.
Poi, soddisfatta della mia impresa, lo guardo. Secondo me l’insieme gli dona molto.
Renato ha gli occhi sbarrati, fuori dalle orbite per la rabbia, ma non si muove. È praticamente paralizzato, e del resto come fa? Deve prima levarsi dalla faccia almeno un po’ di mozzarella e di pomodoro.
«Tu… tu sei…», farfuglia.
«La tua ex fidanzata. Ecco che cosa sono. Ciao-ciao!».
Lo pianto in asso e me ne vado. Che tutto questo serva a rimuginare sulle sciocchezze che è andato raccontandosi stasera!
Quando torno a casa con un diavolo per capello, la mamma mi guarda esterrefatta.
«Ma come, già di ritorno? Non sei uscita a mangiare con Renato?», chiede.
«Sì-sì», rispondo cercando di dominare la mia furia.
«E allora perché…?»
«Oh! Il motivo è molto semplice: io e Renato ci siamo appena lasciati.»
La mamma mi fissa a bocca aperta, mentre Caterina ridacchia.
«Ah, ma guarda! Non so come ha fatto a durare tutto questo tempo, per la verità, con il carattere che avete tutt’e due!»
Le scocco un’occhiataccia: «Un’altra parola, e ti spiaccico in faccia una pizza.»
Non so che cos’abbia capito, mia sorella, ma non m’importa un accidenti. Mi chiudo in camera con un gran magone.
Non posso crederci, che con Renato sia finita! Io lo amo ancora da matti: ma sono stanca dei suoi vittimismi assurdi, delle sue paranoie.
In fondo anche l’anno scorso è andata più o meno così: ma allora potevo capirlo. Non si era ancora dichiarato e aveva un sacco di dubbi.
Adesso invece che problemi si fa?
Forse dentro di lui davvero prevale il maledetto orgogliaccio tutto maschile, teme che sul lavoro io lo possa prevaricare. Lui dice di no, ma…
Vorrei dormire, ma non ci riesco.
Dopodomani tornerò al Tiffany: ma con quale spirito? Credevo che mi aspettasse un’estate tutta d’amore con il mio Renato. E invece…!
Mi addormento tardissimo. Un sonno profondo, totalmente senza sogni.
La mattina dopo sono uno zombie.
Mi preparo la colazione come in trance e quando la mamma si vede si spaventa.
«Oh! Hai un gran bisogno di ritornare dalle mie sorelle, a Rocca a Mare, tu.»
«Credo di sì. Peccato che al mare ci sia anche Renato», obietto.
«Tutto può essere. Al Tiffany però si respira l’aria giusta, no? Del resto anche Gisella…»
Lascia la frase a metà e poi si morde il labbro, come se avesse parlato troppo.
«Anche Gisella, cosa?»
«Oh, niente, niente.»
La mamma ha una strana espressione, quasi da cospiratrice. Chissà che cosa c’è sotto. Ho l’impressione che mi aspettino grosse novità, quest’anno.
A proposito, zia Gisella e il suo Edoardo dovrebbero convolare a giuste nozze a settembre. Alla chiusura dell’albergo, praticamente.
La zia non mi è mai sembrata così su di giri come negli ultimi tempi, almeno al telefono.
Un momento, ma… allora… se la mamma ha parlato così, forse… Possibile che anche lei abbia rotto con Edoardo?
Naaa! Non posso crederci, sono troppo innamorati, quei due.
Lui l’ha sempre riempita di regalini di tutti i generi, costosi e non. Aveva pensieri carini, dolcezze, premure.
Sapevo che ogni tanto qualche baruffa c’era: ma nulla che potesse far presagire una rottura vera e propria.
A dirla tutta anche tra me e Renato niente poteva far immaginare che potessimo dirci addio in questo modo.
Non mi aspettavo che potesse comportarsi così, e proprio nella sera in cui avrebbe dovuto festeggiarmi, essere orgoglioso di me.
Faremo la pace, al Tiffany? Io non credo. E poi sono troppo arrabbiata.
Quando telefono a Laura e le racconto quello che è successo, stenta a crederci, a differenza di mia sorella.
«Non puoi parlare sul serio! Tu e Renato vi amate da impazzire! Sicuramente si tratta di una crisi momentanea. Ritornate al mare e farete la pace.»
«Non lo so», obietto. «Non è stata una lite come un’altra, la nostra. Si è proprio comportato male.»
«Lascia che si renda conto, pian piano, del tuo nuovo ruolo. Poi a tu per tu, sul posto, sarà diverso, vedrai. Con le magiche zie di mezzo…»
Chiudo la comunicazione e mi sento un po’ più rasserenata.
Peraltro è possibile. L’ambiente esclusivo e speciale del Tiffany potrebbe davvero operare un miracolo.
E le zie!
Ho una gran voglia di rivedere Camilla e Gisella, Gatto. E poi tutto lo staff, a cui sono tanto affezionata. E le nostre vetrinette!
Se chiudo gli occhi mi rivedo a fare il caffè ai clienti con il sorriso sulle labbra.
Fra l’altro c’era anche da organizzare qui la mia festa di laurea: proprio con loro.
Nel pomeriggio chiamo le zie: ma a quanto pare c’è solo Gisella.
«Camilla è in giro, la troverai più tardi. Ti aspettiamo, allora! Abbiamo un sacco di novità da raccontarti!», dice con voce più che mai squillante.
Mmm. Non credo proprio, con questo tono, che possa dirmi di aver rotto con il suo amatissimo avvocato. Sembra piuttosto contenta.
«Anch’io ho tante cose da dirvi», faccio eco.
Passo la giornata a ciondolare. Mi aspetto che Renato chiami per fare la pace. Ma quel dannato zuccone, ci scommetto, se n’è tornato a Rocca a Mare indispettito. E se lo conosco bene, quando raggiungerò il Tiffany si comporterà allo stesso modo dell’anno scorso: con frecciatine velenose eccetera. Se ci penso, mi vengono i brividi per il nervoso.
Infatti, il telefono tace. Non mi manda nemmeno un messaggino.
Figurarsi: ce l’avrà con me, perché ho voluto fargli lo shampoo con la birra.
È sera, quando sento il telefono squillare: ma non è Renato, è Laura.
«Ho una novità per te!», annuncia con un tono stranissimo.
«Novità?».
«Esatto. Dai un’occhiata alle ultimissime news che riguardano il tuo vecchio amore, Julius. Le trovi on line.»
Giulio?
Ormai da un pezzo non ci penso più. Il mio cuore era tutto per Renato. Confesso che mi è capitato, qualche volta, soprattutto lo scorso autunno, di tornare con il pensiero alla nostra pazza estate, ma il mio brusco e affascinante vicedirettore non mi ha mai lasciato troppo tempo per il benché minimo rimpianto.
E poi non ho più avuto notizie da lui. Non si è proprio fatto sentire, come svanito nel nulla più totale: comportandosi da quel coniglio spaventato – più che verme – che ho sempre pensato fosse.
Sapevo che aveva una serie di concerti all’estero, anche in Giappone. Ma non me ne sono nemmeno troppo interessata.
E adesso?
Vado a curiosare le notizie on line di cui mi ha parlato Laura e veramente trovo qualcosa di… sensazionale, che mai avrei creduto.
Julius, proprio lui, che si è sempre nascosto da tutto e da tutti, ha deciso di indire una conferenza stampa.
Con dichiarazioni stupefacenti, che così vengono riportate: “Non penso di continuare ancora per molto con i concerti. Poi chiuderò con le esibizioni in pubblico, che non fanno per me…”. E più avanti, la notizia che mi fa restare senza fiato: “La scorsa estate ho conosciuto una persona veramente speciale, che ho lasciato, ma che continua a essere importante, alla quale tengo molto. Penso che ritornerò molto presto da lei”.
Quando spengo il computer mi specchio. Ho la faccia violetta e mi faccio paura da sola.
Poi siccome sono nervosissima e tutto quanto mi cade dalle mani, finisco con il richiamare Laura.
«Allora, hai letto?», mi chiede.
«Sì», le rispondo, con il fiatone, come se avessi fatto una gran corsa.
«E che ne pensi?»
Faccio un lungo sospiro. Cerco di essere razionale (io? ma quando mai?).
«Non… non saprei. Tenderei a pensare che sta parlando di me, ma se fosse così, perché non si è fatto vivo? È molto strano, non ti pare? Magari è una trovata della casa discografica per attirare l’attenzione su di lui. Non si sa mai, come funziona la macchina del marketing!», ipotizzo ostentando una certa indifferenza.
«È vero anche questo. Certo che è un po’ strano. Se pensi che lui ha sempre fatto di tutto per nascondersi, non rilasciare mai dichiarazioni!»
«Infatti. È tutto quanto mai misterioso. Io però non devo lasciarmi condizionare. Se gli interesso, si farà vivo. In caso contrario, credo che la sua sia davvero una clamorosa bufala per attirare l’attenzione su di sé. E allora è proprio vero che non c’è da credere a ciò che leggiamo on line e sui giornali.»
Ripensando a questa ipotesi, però, più tardi, provo un pizzico di malinconia. E a seguire, visto il mio carattere, un gran nervoso.
Ma come si è permesso di parlare di me, di una persona speciale che ha conosciuto la scorsa estate, eccetera, tirandomi in ballo, come a far capire che ha nostalgia, con tanto di dichiarazione ufficiale, quando invece non si è nemmeno più fatto sentire?
Che razza di uomo è?
Uomo? Macché uomo. Un coniglio. Anzi, no. Questa volta, proprio un super verme.

Vietata ogni riproduzione senza il consenso dell’autrice Francesca Baldacci.

Valentina

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