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Repost (più piccola aggiunta): 5 cose che odio degli autori emergenti

Ciao, lettori.

Oggi ho deciso di ripostare un articolo molto veritiero di Siham, del blog Uno scaffale di libri.

Da tempo volevo scrivere qualcosa di simile, poi ho trovato questo e, dopo aver ricevuto il permesso di Siham, ho deciso di proporlo anche a voi.

Di mio pugno aggiungerò una breve parte finale, che riguarda più che altro il mio lavoro e non proprio l’attività da bookblogger.

Okay, basta parlare, vi lascio all’articolo!

Ci tengo ancora a precisarlo, questo articolo è tratto dal blog Uno scaffale di libri, di Siham, che seguo con piacere.

5 COSE CHE ODIO DEGLI AUTORI EMERGENTI

Ogni giorno ricevo decine di email e di messaggi sui canali social da parte di autori emergenti e non che chiedono un po’ di spazio per promuoversi, oppure chiedono che vengano creati dei contenuti per ampliare il loro pubblico. Se in passato ho assecondato queste richieste, da un bel po’ di tempo ho smesso di farlo e di recente ho anche smesso di rispondere che non sono disponibile a questo tipo di iniziative. Perché? Per vari e validi motivi che mi hanno spinta a prendere questa decisione e di cui vi parlo proprio di seguito.

1) Voi a chi?
Quando voglio inviare un’email mi informo sempre prima a chi mi sto rivolgendo e a chi sto scrivendo, giusto per evitare delle imbarazzanti gaffes. Si vede che non tutti lo fanno perché ricevo continuamente email che cominciano con “Gentile redazione”, “Vogliate…”, “Vi scrivo”. Ma voi, chi?, vorrei rispondere. Perché esattamente dove l’email è stata presa parlo anche di me stessa: chi sono e come mi chiamo. Il colmo è quando divento Valentina, Martina o, addirittura, divento un lui.

2) Ciao, grazie, e arrivederci
Le basi di una buona educazione, si sa. Ma non tutti ne sono consapevoli a quanto pare. Ricevo così tante email frutto di una copia-incolla in cui mi si scrive senza un saluto iniziale o finale, figurarsi poi un grazie alla fine per mostrare a chi legge che gli siamo grati per averci dedicato due minuti a leggere con attenzione la nostra email. Se poi si fa quanto di seguito allora cestino l’email senza nessuno scrupolo.

3) Non me lo allegare
Odio quando gli autori emergenti mi allegano materiale su materiale non interessandosi minimamente alla mia risposta affermativa o negativa alle loro proposte perché, in poche parole: ricevo di tutto. Supponiamo per un attimo che mi si voglia fare cosa gradita rendendomi disponibili ebook in tutti i formati, biografie e comunicati stampa, ma se a me non interessa puoi allegarmi anche il mondo intero che non lo guardo nemmeno, se poi questa cosa viene sommata alle precedenti due raggiungiamo l’apice del ridicolo e della mia irritazione.

4) Non sono un’agenzia pubblicitaria
E con questo punto vorrei fare un appello a tutti gli scrittori emergenti: noi blogger abbiamo i nostri spazi virtuali dove sfoghiamo la nostra passione, ma abbiamo certi limiti. Mi spiego meglio: non abbiamo il traffico di un giornale nazionale e, di conseguenza, è nell’interesse degli autori emergenti condividere i contenuti che pubblichiamo e diffonderli ulteriormente. Ma un commentino non lo lasci sotto al post? E il like su Facebook? No, manco quello. Che, fra le altre cose, è anche un modo per mostrare gratitudine a chi ha dedicato tempo nel creare valore aggiunto ai contenuti. Francamente, e parlo per esperienza personale, i post sugli autori emergenti sono quelli meno visualizzati e lasciare tutto nelle mani del solo blogger per far conoscere il proprio romanzo non è per niente una strategia efficace.

5) Non sei speciale
Nessuno lo è, per davvero; che si parli del mondo dei libri, dei blogger o nella vita quotidiana, nessuno è speciale. Quindi se io scrivo che non accetto richieste di recensione non è che tu, scrittore emergente di turno, sei speciale e io ignorerò le mie regole per te perché pensi di essere speciale. Ma mettiamo pure che lo hai ignorato volontariamente, peggio ancora. Ma peggio ancora e ancora se mi scrivi che hai letto che non accetto richieste di recensione ma ci provi lo stesso, ché non si sa mai. La mia reazione in tutti e tre i casi è: seleziona, trascina verso il cestino.

Questo post non vuole essere una critica agli autori emergenti nel loro ruolo di scrittori ma di persone e, inoltre, si dà per scontato che io stia generalizzando. Ci sono modi e modi di rivolgersi alle persone e poco importa se lo facciamo separati da uno schermo e una tastiera: la gentilezza e la buona educazione prima di tutto.


Questo è ciò che ha scritto Siham, e io non posso che condividere e quotare appieno tutto. Inoltre vorrei aggiungere il punto sei. Ovvero…

6) W la meritocrazia!
Bisogna mettere in chiaro un paio di cose. Anche se lavoro per un paio di CE, questo non vuol dire che potete venire da me a chiedere una spintarella o una raccomandazione per essere pubblicati. Assolutamente. Una delle cose che più odio è la raccomandazione nelle sue varie forme: chi raccomanda e i raccomandati. Io sono un editor, se volete i miei servizi editoriali prima di mandare in valutazione il vostro romanzo, siete i benvenuti, sono qui per voi. Ma ciò che decide la CE al momento della valutazione non riguarda me, ma solo il vostro manoscritto, e io non do nessuna spintarella. Mi dispiace.
Addirittura mi è stato fatto un sottile ricatto, che in parole povere voleva dire “Se mi dai una spintarella ti faccio fare l’editing prima di mandarlo in valutazione, altrimenti faccio fare ad altri“.
Ma davvero?
Non sto qui a dire cosa risponderei a tale persona, è tempo perso.
Ad ogni modo, lo ripeto: se mi contattate per avere una raccomandazione, una spintarella, un favoritismo, chiamatelo come volete, da me otterrete solamente e unicamente un sonoro NO.
W la meritocrazia.


Bene, è tutto. Ringrazio ancora Siham che mi ha permesso di ripostare l’articolo.

Ci rileggiamo presto.

Buona serata a tutti!

Valentina

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5 pensieri riguardo “Repost (più piccola aggiunta): 5 cose che odio degli autori emergenti

  1. Dire “Parole Sante” è poco! Stare dietro ad uno schermo non ci dà il diritto di essere scortesi, maleducati o molesti. Al contrario, proprio per ricevere una risposta, si dovrebbe essere ancora più attenti al modo in cui ci si pone verso il proprio interlocutore “virtuale”, che di “virtuale” ha solo il mezzo da cui sta scrivendo!
    Ah… dimenticavo: anche io dico W la Meritocrazia!

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