Recensioni · Rosalba Perrotta

Recensione: L’uroboro di corallo di Rosalba Perrotta

Buongiorno, cari lettori!

Dopo le feste rieccomi a parlarvi di un nuovo libro, L’uroboro di corallo di Rosalba Perrotta, edito Salani, che ringrazio tanto per la copia omaggio.

Bene, non vi resta che leggere la recensione. Ci leggiamo nei commenti!

Titolo: L’uroboro di corallo
Autore: Rosalba Perrotta
Prezzo di copertina: 15,90 €
Pagine: 324
Editore: Salani
Genere: narrativa
Data di uscita: 23 febbraio 2017
Disponibile anche in ebook

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Sinossi

Può un’eredità imprevista cambiarti la vita, anche se non sei più giovanissima e non ti aspetti più nulla dal mondo? Sì, se l’eredità è una spilla di corallo a forma di uroboro. Di un suo supposto potere magico è convinta Anastasia, una donna ‘all’antica’, insicura e piena di remore, che vive l’abbandono del marito come una colpa e ha congelato la propria esistenza nell’attesa di un suo improbabile ritorno. L’eredità dell’amante del nonno, un palazzetto in una zona malfamata di Catania e una scatola piena di cianfrusaglie tra cui l’uroboro, è l’occasione per cambiare tutto. Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: le tre cugine “continentali’, la figlia Nuvola con i capelli viola e il suo bizzarro mestiere, l’altra figlia Doriana, che scopre le gioie e i dolori dell’adulterio, e poi ancora il notaio-cuoco Matteo e l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uroboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione… Un romanzo immerso nei caldi colori mediterranei, in cui ironia e fiducia nel cambiamento aprono nuove, meravigliose strade.

Anastasia, la nostra protagonista, è una donna sulla settantina, divorziata anche se non lo vuole “accettare”, con due figlie e un nipotino.
È nata e vive a Catania ed è una donna cresciuta con una madre dalla vecchia mentalità siciliana.
Nuvola e Doriana, le sue figlie, e il nipotino Antonio le raccomandano sempre di fare attenzione in ogni cosa, si potrebbe “rompere il femore” come non manca mai di ricordarle Doriana, la primogenita. Anastasia ha la patente, ma non guida da tanto tempo, causa un vecchio incidente e le figlie, che la reputano un’assurdità guidare alla sua età.
Ma tutto ciò cambia quando Anastasia, avendo ricevuto in eredità un palazzo in un brutto quartiere di Catania, incontra le cugine…

Questo libro ha sicuramente dei personaggi molto ben caratterizzati. Ognuno ha la sua storia, i propri problemi, pensieri, trasformazione in atto. Onestamente non posso dire che ce ne sia qualcuno che ho preferito di più rispetto ad altri. Non ho preso in simpatia nessuno.

Ho iniziato la lettura con entusiasmo, ma pagina dopo pagina l’ho perso per strada. L’ho continuato mossa dalla curiosità di sapere come sarebbe finita la storia, e insomma, anche questo non mi ha fatto particolarmente impazzire.
Lo stile della scrittrice più di una volta mi ha fatto pensare a una specie di sceneggiatura, e sono stata sorpresa di trovare dei dialoghi scritti in tale modo.

Tutta la storia esoterica dietro la spilla, i continui pensieri di Anastasia e Igor sulla recita, lui che pensa a lei e lei che pensa a lui, ecco, queste cose non hanno avuto una degna fine. Per quanto riguarda la spilla, la storia sembra messa lì giusto per fare un po’ di colpi di scena, ma finisce in niente. Per i due invece non ci viene detto nulla di particolare. Si saranno riconosciuti? Avranno parlato? Si saranno detti che uno pensava all’altra e viceversa? Boh, non ci viene detto.

Una cosa che mi è piaciuta è stata la svolta di Anastasia, la sua trasformazione diciamo, nonostante avesse sempre in mente cosa avrebbe detto sua madre, cosa avrebbe pensato e così via. Non è detto che una persona a settant’anni è anziana, deve stare per forza in casa, non deve guidare, ecc.. L’età è relativa.

Tirando le somme, L’uroboro di corallo è un libro da cui mi aspettavo molto di più, e un po’ mi ha deluso. Una lettura semplice, sì, leggera, adatta a chi vuole distrarsi un attimo e non pretende troppo. Io avrei voluto un po’ di più.

E voi, lettori? Che mi dite di questo libro, vi incuriosisce, oppure lo avete letto?
Fatemi sapere nei commenti!
Un saluto, a domani!

Valentina

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