Buongiorno, lettori!
Oggi parliamo de L’ultimo dipinto di Sara de Vos, libro della Giunti uscito ormai qualche settimana fa.
Se siete degli amanti dell’arte lo troverete sicuramente interessante!
Ecco a voi la recensione.
Titolo: L’ultimo dipinto di Sara de Vos
Autore: Dominic Smith
Prezzo di copertina: 16,00 €
Pagine: 368
Editore: Giunti
Genere: narrativa
Formato: brossura con alette
Data di uscita: febbraio 2017
Disponibile anche in ebook
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Sinossi
Il libro di Dominic Smith, “L’ultimo dipinto di Sara De Vos”, attraversa tre secoli (il 1600, il 1900 e il 2000) e tre città in tre continenti diversi (Amsterdam, New York e Sidney) tramite il filo conduttore di un dipinto, e il suo mistero.
È il quadro dell’artista olandese Sara De Vos che in pieno Secolo d’Oro, ad Amsterdam è una delle poche donne che dipinge in esterno. È l’unico dipinto superstite della pittrice che, nel 1957 è conservato a New York in casa di Marty de Groot. Ed è anche lo stesso quadro che la giovane Ellie, prima di diventare affermata storica dell’arte e allestire una mostra a Sidneysulle pittrici del ‘600, riproduce in una copia quasi identica…
“L’ultimo dipinto di Sara De Vos” di Dominic Smith è la storia piena di suspense di un dipinto e della sua influenza su tre persone attraverso i secoli e i luoghi, è la storia magnifica di una donna che ha perduto la sua arte, di un’altra donna che ha commesso un tragico errore e di un uomo privilegiato che le lega.
L’ultimo dipinto di Sara de Vos si snoda attraverso tre archi temporali in diverse parti del mondo: il primo è quello della pittrice, nell’Olanda del Seicento; il secondo, più contemporaneo, nella New York di Marty de Groot di metà ‘900; infine, anno 2000, quasi ai giorni nostri, a Sidney, insieme a un’ormai anziana Ellie.
Tutti e tre questi personaggi hanno in comune il dipinto.
I capitoli si alternano tra Seicento, Novecento, giorni nostri. Seguire il filo della storia non è difficile né confusionario, ma alla fine dei capitoli non ho trovato quella cosa che mi fa dire “E adesso come continua?”.
È un libro sicuramente scritto in seguito a tanta documentazione e ricerca, com’è giusto che sia, e si vede, perché la parte riguardante l’arte è il centro di tutta la storia, la parte vivida; tutto il resto invece è un po’ “scolorito”. Mi porta a chiedermi se fossi stata un’amante dell’arte, se mi sarebbe piaciuto di più questo libro. Trovo che sia scritto bene e la lettura non è difficoltosa, ma non mi ha catturato al cento per cento, non mi incuriosiva granché scoprire come sarebbe proseguita la storia.
Arriviamo al finale… Il finale. Ho un vuoto, non mi ricordo come finisce.
Okay, libro alla mano, do una sfogliata. Il finale tra i due personaggi è piuttosto “tranquillo”, forse un po’ insipido, nulla di particolare, oserei dire. L’ultimo capitolo tra passato e presente alterna la narrazione di Sara ed Ellie. Riguardo la prima, c’è stato un bel colpo di scena che ho apprezzato. Per Ellie invece la storia finisce con la nuova scoperta, senza dirci altro. Lascia intendere qualcosa, diciamo.
Per tirare le somme, è un romanzo non malvagio che consiglio però principalmente agli amanti dell’arte. Io l’ho letto abbastanza facilmente però non mi ha catturato, non mi è rimasto impresso, e ciò lo conferma il fatto che ho dovuto sfogliare il libro per ricordarmi il finale.
Se devo dare un voto, oscilla tra le due stelle e mezzo barra tre.
A voi piace l’arte? Lo avete letto questo romanzo o avete intenzione di leggerlo?
Fatemi sapere i vostri pareri con un commentino qui sotto.
Ci leggiamo domani. Ciao, bibliofili!
The Bibliophile Girl