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Novità Fazi – Giugno 2016

Ciao a tutti, ragazzi!
Buon inizio settimana!
Oggi scopriamo alcune novità della Casa Editrice Fazi per il mese di giugno.
Curiosi? 🙂

COLLANA LE STRADE – NARRATIVA

La bellezza di esistere di Elido Fazi

Un uomo, alla soglia dei quarant’anni, si affaccia sulla terrazza di quella casa che è stata, ed è, della sua famiglia e si interroga sul futuro e sul presente. Siamo in un piccolo paese delle Marche nascosto in una valle all’ombra dei monti Sibillini. Il paesaggio è quello dell’infanzia: il canto degli uccelli, le montagne, gli alberi piantati da quel padre innamorato di quei luoghi e che conosce l’inglese per essere stato prigioniero degli americani durante la guerra. È l’umile e fiera Italia. La natura, però, non è soltanto un’immagine di quiete, ma la scintilla da cui nasce il racconto che si svolge tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta.
Dopo L’amore della luna e Bright Star, Fazi torna alla prosa con questo scritto intenso e sincero in cui l’autenticità del racconto si fonde con una riflessione profonda sulla vita, sulla morte, sull’amore.


Fortunate noi di Amy Bloom

Fortunate noi è la storia di due sorellastre: Eva, schiva dodicenne, abbandonata dalla giovane madre sulla soglia della casa del padre Edgar, appena diventato vedovo, e Iris, figlia dello stesso Edgar e di una benestante signora di provincia. Iris è la ragazza perfetta: affascinante, ironica, spiritosa e brava a scuola. La convivenza inizialmente forzata con Eva si rivela ben presto proficua: le due decidono di partire alla volta di Hollywood, dove Iris vuole tentare la fortuna come attrice. Ha così inizio una serie infinita di peripezie e spostamenti, che a un certo punto le porterà a New York e poi in Inghilterra. Innamoramenti omosessuali, impieghi come domestiche presso ricche famiglie italoamericane, riavvicinamenti col padre squattrinato, incendi, incarcerazioni, cartomanzia e rapimenti di bambini: a Eva, Iris e al loro nucleo familiare allargato, che di volta in volta si arricchisce dei personaggi più improbabili, succede davvero di tutto, ma nulla riesce a toglier loro il sorriso. E mentre sorridiamo con loro, respiriamo l’aria dell’America degli anni Quaranta, del suo cinema, della sua musica, ma anche di un momento storico complesso, con la guerra sempre sullo sfondo.


Ritrovarsi a Parigi di Gajto Gazdanov

Dopo la morte della madre, Pierre Fauré lascia Parigi per trascorrere il mese d’agosto in Provenza da un vecchio amico. L’incontro con la foresta, i suoi sentieri, la sua luce, la sua immutabilità e il suo silenzio fa intuire a Pierre – un uomo semplice, contabile di una piccola impresa – l’esistenza di un regno insospettato dove il tempo, lo spazio e le sensazioni regnano sovrane. L’apparizione di Marie, emersa come un sogno sulla soglia della porta della stanza che lo ospita, finisce per convincerlo che davvero la sua vita è altrove, forse destinata a un’impresa più grande. Pierre se ne innamora e decide di portarla con sé a Parigi. Per mesi si ostina a far uscire la giovane donna dal limbo nel quale è affondata, il limbo dell’inconsapevolezza e dell’oblio. Solo un miracolo potrebbe salvarla. E il miracolo avviene: il rifiuto della disperazione e la fede nella vita di Pierre Fauré hanno avuto successo laddove la scienza si era dichiarata impotente. Marie ritrova la sua umanità, la sua memoria, il suo passato.


Bruges la morta di Georges Rodenbach

Incapace di superare il lutto per la morte della giovane e bellissima moglie Ofelia, Hugues Viane si trasferisce, insieme ai cimeli della defunta, a Bruges, dove vive nel ricordo e nella nostalgia della donna perduta. Esce di casa soltanto quando si fa buio e passeggia tra le stradine malinconiche della città, che alimentano ulteriormente la sua tenace, invincibile tristezza. Una sera, per caso, incontra una donna, Jane Scott, che sembra la copia esatta della moglie. Con il passare del tempo, però, si rivela molto diversa da lei: capricciosa, irrequieta, futile, amante del lusso e della ricchezza, Jane ha assai poco da spartire con l’anima, la grazia, la dolcezza di Ofelia. E l’insana relazione fra i due, nutrita soltanto di false illusioni, prenderà presto una piega del tutto inaspettata. Bestseller internazionale nell’Europa simbolista e decadente, Bruges la morta fu pubblicato per la prima volta nel 1892. A oltre un secolo di distanza, questa storia tragica e avvincente mantiene intatta la sua fortissima capacità di suggestione, rivelandosi una lettura indimenticabile. Un libro che sembra sostare a un crocevia, condensando l’immaginazione di un’intera epoca e nello stesso tempo lanciando verso il futuro la sua provocazione fantastica.
Il lettore di oggi, nutrito di cinema, potrà riconoscere in Bruges la morta, come sulla lastra di un vecchio dagherrotipo, la stessa atmosfera allucinata di un grande capolavoro di Hitchcock, La donna che visse due volte, che fu ispirato proprio da questo romanzo.


COLLANA CAMPO DEI FIORI – SAGGISTICA

Il volto degli dèi di  Walter Friedrich Otto

Venti tesi sull’essenza del mito, sulla civiltà degli antichi e sulla lontananza del divino: in pagine serrate e profetiche, Walter F. Otto, uno dei maggiori pensatori tedeschi e storico delle religioni, ripercorre lo sviluppo spirituale dell’Occidente sul filo di parole chiave come legge, archetipo e mito, intese quali stazioni ermeneutiche fondamentali per comprendere il mondo antico e i suoi aspetti più problematici.
Per Otto l’archetipo dell’essere umano non è la natura intesa come insieme di leggi psico-fisiche, ma lo Spirito che, pur oltrepassando la sfera naturale, la vivifica e le conferisce una nuova dimensione. Adottando una visione della grecità come sintesi perfetta di naturale e spirituale, sulla scia di Hölderlin, Keats e Goethe, Otto identifica nella lingua e nel linguaggio la risposta umana all’essere, la sua rivelazione.
Da questa compenetrazione si svela dunque la vera essenza del mito: quella «forma dello spirito» che non è fede, da sempre rappresentazione di un’assenza, ma visione, ascolto e presenza diretta del dio. Secondo Otto gli dèi hanno davvero camminato con gli uomini.


COLLANA DARKSIDE – NOIR/ GIALLI/ THRILLER

Sangue nella steppa. La prima indagine del detective Yeruldelgger di Ian Manook

Il detective Yeruldelgger viene chiamato nel cuore della steppa per un sopralluogo nel punto in cui sono stati rinvenuti i resti ormai decomposti di una bambina. La piccola è stata sotterrata, vestita di tutto punto, insieme al suo triciclo. E nella mente di Yeruldelgger torna a galla lo spettro della morte della sua bambina, rapita e uccisa in circostanze misteriose cinque anni prima. L’episodio gli ha rovinato la vita e lui si è trasformato in un essere cupo e distruttivo. Nel corso dell’indagine sul caso, Yeruldelgger si troverà di fronte poliziotti corrotti, ricchi stranieri senza scrupoli, politici intoccabili e delinquenti filonazisti, per contrastare i quali dovrà attingere alle più moderne tecniche investigative e, insieme, alla saggezza dei monaci guerrieri discendenti di Gengis Khan. Il tutto sullo sfondo della sconfinata Ulan Bator – coacervo di contraddizioni, in bilico fra un’antichissima cultura tra- dizionale e l’influsso della modernità – e le vaste steppe abitate dai nomadi e messe a rischio dagli interessi economici e politici di oligarchi cinesi, coreani e mongoli.


Io ti troverò di Shane Stevens

Ritorna in una nuova edizione il libro di culto per autori come Stephen King, James Ellroy, Thomas Harris. Il capolavoro dell’inventore della narrativa sui serial killer. La gemma da cui hanno preso linfa i più grandi autori di thriller di tutti i tempi.

A dieci anni Thomas Bishop viene internato in una clinica psichiatrica dopo aver ucciso la madre che lo seviziava da sempre. Quindici anni dopo, evade dall’istituto e dà inizio a una fuga sanguinaria sul cui cammino sono ancora le donne a cadere. Un omicidio, due, poi saranno decine; Bishop tortura e uccide spostandosi da Las Vegas a Chicago, a New York. Un personaggio infero ma straordinariamente umano, del quale Shane Stevens è cronista implacabile raccontandone nel dettaglio l’infanzia e gli anni di reclusione, le quotidiane strategie di sopravvivenza e la ferocia omicida. Ne emerge un indimenticabile ritratto della follia, di quel concatenarsi di storie, incontri o mancati incontri che conducono un uomo a cedere alla violenza, all’orrore, alla distruzione dell’altro e di sé. E accanto a questa ombra che ferisce a morte le grandi metropoli del continente, emerge il volto oscuro dell’America degli anni Settanta, restituito attraverso il racconto di una caccia all’uomo che coinvolgerà tutti, poliziotti e giudici, politici e giornalisti, beffati dall’astuzia dell’assassino e incatenati, loro malgrado, alla sua testarda, deviata umanità.


L’esorcista di William Peter Blatty

Che cosa succede alla piccola Regan, trasformatasi in un mostro blasfemo che urla oscenità e frasi sconnesse? Sua madre, la famosa diva del cinema Chris MacNeil, non riesce a capirlo. Né ci riescono i medici e gli psichiatri, né la polizia. Forse solo un esorcista può dare una risposta. Ma la Chiesa impone cautela, esige prove, chiede tempo. Intanto la casa risuona di colpi, i mobili si spostano da soli, un uomo muore con il collo spezzato, il fragile corpo di Regan sembra cedere alla tempesta che lo sconquassa. E lo scontro tra l’uomo di Dio e gli spiriti del Male sembra ormai inevitabile. Scritto a partire dallo studio di un caso di possessione diabolica e pubblicato nel 1971, fu accolto con un certo scandalo dalla critica ma ebbe da subito un impressionante successo di vendite. Considerato da critici e lettori come uno dei migliori romanzi horror mai scritti, L’esorcista ha venduto circa sei milioni di copie ed è stato tradotto in diciotto lingue.

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