Presentazioni

Presentazione: Elys e la goccia di Luna di Becky Writer

Titolo: Elys e la goccia di Luna
Autore: Becky Writer
Prezzo: 0.99 €
Pagine: 368
Editore: Narcissus
Genere: fantasy per ragazzi
Formato: ebook

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Sinossi

“Elys e la Goccia di Luna” racconta le avventure di Elys, una tredicenne inglese che grazie a una pietra magica, la Goccia di Luna, si ritrova in un mondo fantastico e lontano, ARTHA, scoprendo ben presto di essere predestinata a combattere la magia delle tenebre della malvagia imperatrice Maya che da decenni governa incontrastata le terre di XAMYNIA. Lungo il cammino Elys incontrerà dei compagni che diverranno poi suoi amici: da Kaze, l’orgoglioso guerriero e sua sorella Anya, prode arciere, a Ryuk, un cucciolo di Drago Celeste; da Zooma, un giovane e generoso mago esiliato sul Monte Selenius, a Typhoon, una volta spia e assassino per conto di Maya, che si unirà al gruppo per aiutarli nell’impresa.

Estratto

Quegli occhi color rubino lo stavano fissando intensamente e tutt’intorno echeggiava una risata inquietante. Il viso incredibilmente bello di quella donna rifletteva i suoi pensieri malefici e si compiaceva nel vederlo soffrire. Il volto del giovane si sfigurava in un’espressione di dolore, sudava e tremava, una sensazione che aveva provato poche volte in vita sua, gli mancava il respiro come se l’aria circostante gli stesse risucchiando l’ossigeno dai polmoni e sentiva il sapore acre del sangue riempirgli la bocca. A un tratto la donna si alzò e avanzò lentamente nella sua direzione, la vedeva avvicinarsi ma i suoi contorni erano sfocati, distingueva solamente il lungo abito nero e rosso che toccando terra produceva un lieve fruscio. Quando gli fu di fronte si chinò e il suo volto arrivò quasi a sfiorargli la fronte, le sue labbra carnose erano immobili in un sorriso malvagio. Gli afferrò un braccio con una forza inaspettata e con un’unghia affilata come una lama iniziò a lacerargli la pelle in profondità, provocando un taglio sanguinante dal gomito fino al polso. Un urlo straziante si levò nella sala, quel dolore lancinante lo stava dilaniando: non era una semplice ferita, di ferite ne aveva subìte molte negli anni, c’era qualcosa di oscuro e terrificante in quello sfregio, qualcosa che conosceva bene ma che fino a quel momento si era rifiutato di accettare. Non resisteva più, gli si era annebbiata la vista e udiva oramai solo un eco ovattato. Il dolore era insopportabile e le forze lo stavano abbandonando. Mentre sveniva, il suo ultimo desiderio fu di morire…

Biografia dell’autrice

Nata a Udine 30 anni fa e vissuta nella campagna della zona collinare, ho sin da piccola dato sfogo alla mia fantasia inventando storielle, la prima (e molto stupida) alle scuole materne: “L’asino che si fa la pipì addosso” di cui ora (per fortuna non ho memoria). Quando mi chiedevano cosa volessi far da grande rispondevo “la scrittrice” e la cosa divertiva sempre tutti. Non avevo (e non ho) manie di protagonismo, mi piaceva semplicemente scrivere. Anche quando alle elementari inventai la storia di “Betta la cavalletta” e l’insegnante volle leggerla in classe, io mi vergognai un sacco e diventai rossa come un pomodoro. Mi prendevano tutti in giro, ma non sono mai stata una a cui interessa molto cosa pensano gli altri. Iniziai a scrivere regolarmente storielle o racconti, il primo libro di una cinquantina di pagina scritte a mano fu un’estate delle medie “L’ultimo gabbiano”, cosa romantica e sdolcinata che ripudio volentieri. Alle superiori, assieme alla mia vicina di banco, scrivevo spesso recensioni cinematografiche per la rubrica ragazzi del Messaggero Veneto.
Dopo l’università di Lingue a Venezia, attualmente vivo nella provincia di Treviso, facendo un lavoro che non c’entra niente con il mio corso di studi o con la creatività, ovviamente. Non sono una di quelle persone che scrive in maniera studiata, cercando di puntare in alto. Io scrivo per me, perché ho bisogno di riempire un foglio bianco, ho bisogno di sentire la penna scorrere tra le mie dita e sporcarmi la pelle d’inchiostro, ho bisogno di vedere i miei personaggi prender vita. La cosa assurda e anche un po’ seccante è che purtroppo sono molto vecchio stile: scrivo prima a penna e poi trascrivo a computer, motivo per il quale ci impiego un’eternità. Non ci posso fare niente, se scrivo a mano le parole fluiscono da sole e posso continuare per ore, mentre a computer spesso mi bruciano gli occhi, mi distraggo e mi trovo a ragionare in maniera più tecnica. Ciò che ne esce sono un’infinità di bozze, che revisiono all’infinito, stampando, correggendo, ricorreggendo, cambiando e ricorreggendo di nuovo, senza contare gli errori di battitura (la mia rovina!).

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