David Ebershoff · Recensioni

Recensione: The Danish Girl di David Ebershoff

Titolo: The Danish Girl
Autore: David Ebershoff
Prezzo di copertina: 18,00 €
Pagine: 368
Editore: Giunti
Genere: narrativa
Formato: rilegato
Traduttore: Anna Mioni
Data di uscita: febbraio 2016
Disponibile anche in ebook

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Sinossi

Siamo a Copenaghen, inizi Novecento: entrambi stanno dipingendo nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Proprio per completare uno di questi lavori, il ritratto di una nota cantante d’opera, Greta domanda al marito di posare in abiti femminili.
Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare. Quel giorno Einar ha un’autentica rivelazione: scopre infatti che la sua anima è divisa in due e forse lo è stata sempre: da una parte l’artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall’altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere…

Buongiorno, lettori. Torno con la recensione di un libro molto chiacchierato, che ormai conoscerete tutti, vuoi perché lo avete letto, vuoi perché avete visto il film… Ebbene, si tratta di The Danish Girl. Io il film ancora non l’ho visto, anche se spero di farlo al più presto, perché, non so bene il motivo, credo che mi piacerà più il film che il libro.
Perché? Impressione, sensazione, perché ha un buon cast, e se ha vinto anche un Premio Oscar ci sarà un motivo.

La storia inizialmente è ambientata a Copenaghen. Einar e Greta, marito e moglie, sono due pittori, lui più famoso rispetto a lei; Einar dipinge paesaggi, Greta fa ritratti su commissione.
Un giorno, dovendo finire in fretta uno dei suoi quadri, chiede aiuto al marito. Le serve che lui indossi l’abito, le calze e le scarpe della donna che avrebbe dovuto posare, ma che ha rimandato la seduta. Seppure con riluttanza, Einar accetta.
Da qui nasce qualcosa, da qui prende vita, letteralmente, Lili, inizia la sua storia, il suo viaggio…

Principalmente la storia è incentrata su Greta, ma il vero fulcro è Einar/Lili. Pian piano avremo anche capitoli in cui viene narrato dal punto di vista di Lili, anche se sempre in terza persona.
Il libro si divide in quattro parti: Copenaghen, 1925; Parigi, 1929; Desdra, 1930; e poi torniamo a Copenaghen nel 1931. Apparentemente sono dei cambi di paesaggio e temporali, ma c’è un perché dietro tutto ciò, la storia che si sviluppa, cresce e si forma.
A completare il libro abbiamo la postfazione scritta dall’autore; poco più di una pagina di nota al testo e infine i ringraziamenti.
Ho trovato che lo stile con cui è stato scritto sia perfetto per il periodo storico, non troppo pomposo ma nemmeno troppo moderno e giovanile. Scorre abbastanza bene la lettura e, nonostante l’inizio l’abbia trovato un po’ più lento, andando avanti incuriosisce e diventa un tantino più veloce.
A mio parere è molto raccontato. Principalmente mi sembra che racconti cosa succede, più che snodarsi “in tempo reale”. Questo forse abbassa un po’ la mia valutazione.
Mi è parso anche che ci fossero tanti dettagli un po’ superflui di narrazione, che descriveva ciò che c’era intorno, che secondo me hanno rallentato ulteriorlmente la lettura.
Ho apprezzato abbastanza invece il modo in cui ci racconta del passato di Einar e Greta, e anche Greta e Teddy. Non dobbiamo sorbirci lunghissimi capitoli di racconti passati, ma è quasi una toccata e fuga nei loro ricordi.

A ogni modo, la storia, che sia raccontata in un modo o nell’altro, è molto particolare e importante. Perché racconta dei sentimenti di un’anima racchiusa nel corpo sbagliato, del voler cambiare e uscire anche se in un tempo ancora non troppo libero e aperto mentalmente per farlo.
Credo che tutti dovrebbero avere la forza e il coraggio di cambiare di Lili Elbe. Se così come sei non sei felice, fai qualcosa per esserlo. Se questo vuol dire dover cambiare sesso, fallo.
Preciso che, come ci viene detto anche a fine libro, questo è tratto da una storia vera, quella appunto di Einar Wegener/Lili Elbe e della moglie Gerda. Poi ovviamente l’autore ha aggiunto dettagli di fantasia, ma la storia è verissima.
La storia in sé mi è quindi piaciuta molto, però non mi ha appassionato totalmente come pensavo.
Tra l’altro ho trovato davvero tanti errori, piccole distrazioni che però a me, editor tra l’altro, davano fastidio.

Tutto sommato un bel libro, che io vi consiglio di leggere per la storia che ha in sé, che spero possa dare il coraggio e la voglia di cambiare ed essere felici anche nelle piccole cose. Ora aspetto di vedere il film, da cui mi aspetto molto.

Voi avete letto il libro o visto il film? Datemi i vostri pareri, sono curiosa di sapere cosa ne pensate.
Al prossimo articolo, un saluto a tutti!

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9 pensieri riguardo “Recensione: The Danish Girl di David Ebershoff

  1. Ciao! Io non l’ho letto perché non sapevo esistesse anche il libro. Sinceramente non so se ti piacerà il film perché (almeno per me) ha un ritmo troppo lento e confusionario, come accade spesso per le storie vere. A questo punto sono curiosa di sapere se il film ti piacerà !

    🙂 elisa

  2. Ciao Valentina, io ho visto il film e mi è piaciuto molto. Trovo che Eddie Redmayne abbia dato cuore, anima e corpo ad una fantastica e intensa Lili; il personaggio di Gerda, interpretato da Alicia Vikander e che meritatamente ha vinto l’Oscar è davvero ben riuscito. Il film è molto introspettivo e intimistico per cui se ti piacciono le introspezioni potrebbe ispirarti. Per curiosità penso che leggerò anche il libro, anche se ci sono pareri discordanti sul fatto che sia più o meno lento.

  3. Ciao Valentina! Ho visto il film poco dopo l’uscita, e mi è piaciuto molto! E’ un film che non lascia indifferenti (o perlomeno, a me è successo così), e mi sono ritrovata al cinema a piangere; ma anche a riflettere… Condivido il tuo pensiero sul creare la situazione (qualunque essa sia) per cui chiunque di noi possa essere felice.
    Quello di The Danish girl è uno dei rari casi in cui ho visto prima il film; ho acquistato il libro, che sarà di prossima lettura.
    Ti auguro una felice giornata!
    Oops, dimenticavo: hai visto il film?

    1. Purtroppo ancora non ho visto il film, essendo anche che ormai lo avranno tolto dai cinema. Ma devo proprio rimediare! Poi sono curiosa di sapere anche il tuo parere riguardo il libro!
      Buona giornata anche a te!

      1. Eh sì, penso proprio tu debba rimediare… 🙂 Non appena leggerò il libro, stai certa che ti farò sapere il mio parere!
        Buon pomeriggio! 🙂

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