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Recensione: Tutto ciò che resta di T.R. Richmond

Titolo: Tutto ciò che resta
Autore: T. R. Richmond
Prezzo di copertina: 16,90 €
Pagine: 387
Editore: Longanesi
Genere: thriller
Formato: brossura con sovracopertina con bandelle
Traduzione: Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai
Data di uscita: 23 Aprile 2015
Disponibile anche in ebook

Sinossi

Alice Salmon è piena di passione e di vita. Ha un lavoro che la appassiona, una città come Londra ai suoi piedi, molti interessi e molti amici. E Alice, come ognuno di noi, ha un segreto. Solo che non può più tenerlo per sé. O forse non vuole, anche se rivelarlo sarebbe pericoloso. Un giorno Alice fa ritorno alla cittadina in cui è cresciuta e dove ha studiato, e la mattina dopo il suo corpo viene riportato a galla dalle acque del fiume. Appare presto chiaro che la sua morte non è stata un incidente. Ma davvero il suo segreto è morto con lei? Davvero la sua storia finisce quando finisce la sua vita? Forse le storie non muoiono mai se c’è qualcuno che le racconta. A ricostruire minuziosamente la vita di Alice, nella speranza di chiarire le circostanze della sua morte, è un suo ex professore, l’anziano scrittore Jeremy Cooke. Cooke si dedica anima e corpo al progetto e raccoglie documenti, lettere, diari, testimonianze di amici e parenti, e perfino frammenti tratti dai social media, dai blog, dai siti internet su cui Alice scriveva. Tutte le tracce fisiche e soprattutto virtuali che Alice, come ormai tutti noi, ha lasciato. Tutto ciò che componeva l’universo di una vita apparentemente quieta e normale. Perché la verità è nascosta non in ciò che è scomparso, ma in tutto ciò che resta. Ma qual è il vero motivo per cui Cooke si dedica con tanta tenacia a questo progetto, anche contro la volontà dei famigliari di Alice? E se anche lui avesse qualcosa di oscuro e terribile da nascondere? E se tutto ciò che resta non fosse la verità, ma un’immensa menzogna?

Un paio di sere fa ho terminato “Tutto ciò che resta” e ora, dopo averci rimuginato su, mi appresto a scrivere questa recensione, nonostante mi venisse un po’ difficile. La grandezza del romanzo trae un po’ in inganno, perché sembrano tantissime pagine mentre invece sono poco meno di 400. La copertina onestamente non l’ho ben compresa. Non mi pare sia ispirata a una scena del libro e sto ancora cercando di chiarirmi le idee a riguardo. Il titolo invece mi sembra azzeccato, nonostante la versione inglese fosse “What she left“. Perché in effetti in questo libro troverete ciò che rimane della vita di Alice.
Sì, perché Alice Salmon è morta. La polizia indagherà a riguardo e le ipotesi sono due o tre. I sospettati qualcuno in più e vi posso dire che sono passata dal sospettare di uno all’altro senza però pensare minimamente che potesse essere in realtà… e così, quando poi la verità viene svelata, ci sono rimasta a bocca aperta perché non me lo aspettavo proprio. Non posso dirvi quanto vorrei perché rischierei di fare spoiler e rovinarvi la lettura.
Tuttavia, non si è mai parlato di alibi per la notte del fattaccio. Come mai? Non lo so. Nei telefilm o film polizieschi è una delle primissime cose che chiedono gli agenti, ispettori, detective che siano ai sospettati. Qui invece non viene fatta la fatidica domanda. Forse l’autore l’ha fatto apposta per non svelare troppo. Chissà.
Ho avuto idee altalenanti anche sui personaggi, il perché lo capirete leggendo. Alice Salmon è la nostra protagonista, aspirante giornalista che spesso e volentieri alza fin troppo il gomito e non si limita al bere. Abbiamo Megan Parker, la sua migliore amica, si conoscono fin da quando erano piccole, PR. Luke Addison, il suo fidanzato, alto e grosso, vorrebbe diventare architetto anche se… Poi c’è Ben, un ex fidanzato, anche se secondo me non è proprio il termine più appropriato, che ogni tanto ritorna. La famiglia Salmon, ovviamente, mamma Elizabeh, papà David e il fratello Robert. Infine c’è il professor Jeremy Cooke, antropologo sposato con Fliss.
Non sono mancati punti e frasi che mi hanno portato a riflettere.
Il formato e lo stile non sono quelli del comune romanzo. È un libro di spessore e mentre leggevo la prima parte mi sono ritrovata a pensare che avrei voluto più tempo libero per assaporarlo meglio, più in continuità. L’ho letto piacevolmente, a parte, soprattutto all’inizio, per i continui balzi temporali che si fanno, alcuni nel passato, alcuni nel presente… Poi però una volta ingranato non ci ho fatto più molto caso perché ho capito meglio la storia.
Tutto sommato l’ho letto con piacere, soprattutto circa da metà in poi. Volevo sapere come andava a finire e, appunto la fine, mi ha sorpreso molto. Un thriller diverso da solito.

T.R. RICHMOND è lo pseudonimo scelto da un affermato giornalista che si è occupato di cultura su The Daily Telegraph, The Independent, Time Out, The Daily Express e The Bookseller. Dopo aver vissuto a Londra, Newcastle e Cardiff, ora vive nel Surrey con la moglie.

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